Il Viaggiatore Magazine - Isola degli Armeni, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Isola degli Armeni, Venezia

Pochi forse sanno che il famoso miracolo di San Francesco che viene ubbidito dagli uccelli è avvenuto in un’isoletta della laguna veneziana; e che nelle stesse basse acque protette dirimpetto al Lido c’è una chiesa cattolica di rito mechitarista sull’isola dove la Serenissima Repubblica concesse asilo perpetuo agli armeni. Questo e altro è oggetto di una delle proposte di crociera fluviale e lagunare della Delta Tour Navigazione Turistica e di Padova Originale.
La giornata tra le isole della spiritualità si apre all’imbarco di Fusina dove inizia la Riviera del Brenta, che sotto la Serenissima Repubblica conduceva i patrizi veneziani accomodati sui divani damascati dei burci bei (eleganti barche) alle loro ville in terraferma padovana, lungo un canale profondo da 1,5 a 2 metri in un viaggio di soli 40 km che però durava 7 giorni per via delle conche di navigazione (ascensori d’acqua) e della navigazione a remi e al traino di cavalli che avanzavano sull’argine. In Riviera i servi venivano a lavare in acqua dolce i panni dei nobili e qui compravano l’acqua per bere.

Il Viaggiatore Magazine - Isola degli Armeni - Codici miniati, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Isola degli Armeni – Codici miniati, Venezia

Ci attende un battello a due piani da 250 posti che per nove ore ci conduce in un viaggio nel tempo scortati da due guide turistiche, dal capitano Rudy Toninato, da Pietro Casetta di Padova Originale e dall’equipaggio di otto persone tra marinai e cuoche: sì perché a bordo oltre agli spuntini si pranza, serviti al tavolo, a base di pesce.
Lasciamo alle spalle gli orridi impianti del petrolchimico di Marghera (mar-ghe-gera, ossia il mare c’era) per seguire la strada d’acqua segnata dalle bricole (pali in legno impiantati nel fondale) che prima di ogni attacco navale i Veneziani eliminavano per far finire in secca la flotta nemica.
Dopo mezz’ora di navigazione la prima delle 200 isole della laguna (124 visitabili) è San Giorgio in alga dove il doge veniva a ricevere gli ospiti di riguardo: una messa, un pranzo frugale, poi via sul Bucintoro (la grande nave dorata) seguito da un corteo di barche fino a San Marco. Ecco Sacca Sessola, dove l’ospedale per tubercolosi ha lasciato il posto al Marriott Hotel.

Il Viaggiatore Magazine - Arazzo - Isola degli Armeni, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Arazzo – Isola degli Armeni, Venezia

Passato il porto turistico dove nei week-end attraccano fino a 8 navi che in un colpo solo scaricano anche 9.000 turisti, eccoci al cospetto della Giudecca, conosciuta dai veneziani come isola dei pinguini per il clima freddo, e come esilio per le famiglie rivoltose: tradizione ereditata dal carcere femminile tuttora attivo. Poi la basilica del Redentore disegnata da Andrea Palladio, architetto poco amato dalla Serenissima perché ritenuto rivoluzionario, e la chiesa delle zitelle che ospitava le ragazze che entro i 22 anni non avevano ancora trovato marito. Un’occhiata da lontano alla basilica di San Marco, edificata nell’anno 820 come cappella privata del doge Giustiniano Partecipazio ed eccoci davanti a San Giorgio Maggiore, con chiostro di Palladio e monastero dal cui refettorio Napoleone fece staccare e tagliare in sei parti il grande telero Nozze di Cana del Veronese, oggi al Louvre. Passata l’area dell’Arsenale dove vivevano gli arsenalotti (costruttori e manutentori della flotta veneziana) e i Giardini, si doppia la chiesa di San Nicolò di Bari costruita per ospitare nel 1100 le reliquie del santo sull’isola del Lido vicina al porto antico.

Il Viaggiatore Magazine - Chiostro - isola degli Armeni, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Chiostro – isola degli Armeni, Venezia

Aggirata Venezia eccoci all’isola di Sant’Erasmo famosa per i suoi carciofi violetti castrati (castraùre) e poi all’approdo dell’isola mistica di San Francesco del deserto, dove è possibile trascorrere il fine settimana vivendo fianco a fianco ai frati in un’atmosfera di silenzio e misticismo http://www.sanfrancescodeldeserto.it/it_IT/. Qui il santo nel 1220 di ritorno dalla Palestina dove aveva incontrato il sultano, fondò un convento. Al tempo furono i nobili Michiel, proprietari dell’isoletta, a ospitare Francesco che vi rimase qualche giorno compiendo il miracolo degli uccelli prima di rientrare ad Assisi; poi l’isola fu donata ai frati, cacciati da Napoleone che della splendida chiesetta fece deposito di cannoni e polveriera. Del passaggio di San Francesco restano il luogo dove si inginocchiava in preghiera e il tronco di un albero del Duecento che si dice frutto di un bastone da lui piantato. Oltre ai due miracoli di San Francesco qui se ne ricorda uno anche di San Bernardino, che nel 1400 avrebbe dolcificato l’acqua salata del pozzo.

Il Viaggiatore Magazine - Chiesa degli Armeni - Isola degli Armeni, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Chiesa degli Armeni -Isola degli Armeni, Venezia

Tappa meno mistica, ma di grande intensità paesaggistica, a Burano, l’isola del colore per le facciate delle case dalle tinte sgargianti e per l’antica tradizione dei merletti realizzati al tombolo. Leggenda vuole che fu una donna, stanca dalla lunga assenza del marito pescatore, a dare il via ai colpi di pennello: dipinta di rosso non potrà non ritrovare la nostra casa, disse.
Infine l’isola San Lazzaro degli Armeni con i suoi tesori. Con Venezia gli armeni commerciavano uva e albicocche (Armelline), ma anche diamanti e tappeti persiani, da tempi così antichi da essere considerati cofondatori della città. Nel 1716 il padre del movimento mechitarista armeno (cattolico) abate Mekhitar di Sabaste, chiese asilo per sfuggire alle persecuzioni ottomane e qui costruì il monastero che divenne capitale della cultura e dell’arte di quel popolo in diaspora. L’indipendenza dei monaci fu garantita dai Veneziani, tuttavia Napoleone voleva anche la loro isola: se nel 1806 l’imperatore confermò la concessione perpetua fu grazie all’intercessione del suo viceré d’Italia Eugenio de Beauharnais, consigliato dal suo segretario armeno di lasciar stare quei quattro monaci che coltivano una vite…

Il Viaggiatore Magazine - Isola di Burano, Venezia

Il Viaggiatore Magazine – Isola di Burano, Venezia

Tra i tesori conservati ci sono 170.000 volumi di cui 4.500 manoscritti e i più piccoli Vangeli tascabili. Nella sala Lord Byron (che qui studiò l’armeno nel 1816) tra i tanti doni portati da ospiti stranieri e i lascito di armeni, c’è anche una mummia di sacerdote tebano; e fra le curiosità spicca un arazzo del ‘600 il cui colore rosso fu ottenuto spremendo i gamberi del lago Van.
Il viaggio volge al termine. Si passa per le isole di Poveglia dov’era di stanza l’esercito del doge, San Clemente già manicomio femminile (ora hotel di lusso), delle grazie, San Servolo ex manicomio oggi Museo della pazzia. E tornando nel bacino di San Marco due ricordi dei tempi che furono: nella piazzetta tra le due colonne i veneziani assistevano alle esecuzioni capitali, mentre qualche decina di metri più in là, sull’acqua, il 9 gennaio 1798 Napoleone fece bruciare il bucintoro del doge segnando la definitiva fine della Serenissima Repubblica.
L’ultima immagine spirituale di questo percorso, dopo la punta della dogana con la palla d’oro della fortuna su cui un ragazzo in bronzo gira col vento, ce la riserva La Salute, basilica barocca voluta per ringraziare la Madonna della fine di un ennesimo anno di peste, nel 1631.

Per informazioni: www.deltatour.it  http://www.padovaoriginale.it/it/

Testo e foto di Roberto Brumat       

Share Button
image_printStampa la pagina