Porto di Ustica

Turismo responsabile a Ustica. Nemmeno le aree marine protette lungo le coste e nelle isole minori italiane sono esenti dai danni da cambiamento climatico. Pur avendo tratto visibile giovamento da molti anni di protezione ambientale e di blocco delle attività di pesca indiscriminata e di scarichi inquinanti in mare. Anche l’eccessivo carico di imbarcazioni e di bagnanti in agosto non ha favorito la ripresa di alcune specie orami diventate rare, oppure ammalate. Ad esempio la pinna nobilis, o i ricci femmina, quasi scomparsi dai nostri fondali. Per questo i subacquei scelgono i mesi più calmi per le loro vacanze nella piccola e splendida area marina protetta, davanti alle coste di Palermo. Sono sub sempre più coinvolti in progetti di immersioni con forte attenzione all’ecologia marina. Contribuendo a non alterare gli ambienti con comportamenti in acqua sempre più responsabili e controllati.

TURISMO RESPONSABILE A USTICA

Ci sono diving che insieme ad associazioni di tutela del mare hanno organizzato pulizie dei fondali. Altri che si impegnano in rilevamenti di dati, per arricchire le conoscenze dei singoli siti, grazie a reti scientifiche collegate a università e organismi. La cosiddetta “citizen science”. Altri nella sensibilizzazione dei giovani bagnanti. Nella piccola perla vulcanica di Ustica operano sino a novembre almeno una decina di centri di immersione. La presenza dei volontari di Marevivo ha dedicato spazio alle attività di educazione ambientale rivolta ai più giovani. Si sono utilizzate ad esempio le canoe per tour guidati dai biologi nel parco marino.

TURISMO RESPONSABILE A USTICA
foto di Annalisa Patania

Ustica, prima riserva marina in Italia per il turismo responsabile

La piccola Ustica dista 35 miglia dalla costa palermitana ed è la prima riserva marina in Italia nata nell’86 insieme a quella triestina di Miramare. L’isola resta meta di molti sub appassionati italiani e stranieri sino agli inizi di novembre. Complice la stagione estiva che si allunga e la limpidezza dei fondali, rinomati per visibilità e ricchezza di fauna marina.  Ma anche qui il mare protetto dimostra sempre più evidenti i danni causati dal caldo e dalla tropicalizzazione del mar Mediterraneo.

Lo evidenzia un libro prezioso presentato sull’isola a fine agosto. Uno dei molti eventi culturali promossi dal Villaggio Letterario, dal locale Centro Studi Isola di Ustica, dal Comune e dall’Area Marina Protetta.
Nel Mare di Ustica, vita e ambienti tra coste e fondali” edizioni della casa editrice napoletana Villaggio Letterario, collana diretta dal geologo Franco Foresta Martin. Si tratta di un progetto nato da contributi di autori vari, biologi, geologi, ambientalisti che conoscono il mare di Ustica da oltre trent’anni.

Alte temperature e specie aliene

Sono le alte temperature dell’acqua e le specie aliene che stanno mettendo a rischio tutto il Mediterraneo. Così spiega il biologo marino dell’Università di Bari Giuseppe Corriero in apertura del libro. Decremento dei ricci femmina e delle patelle, moria della pinna nobilis, il grande bivalve meglio conosciuto come nacchera di mare. Invasiva presenza dell’alga caulerpa, tossica per i pesci che se ne nutrono, mucillagini sui fondali rocciosi. Questi sono i danni ambientali visibili anche ai meno esperti, che nuotano facendo snorkeling tra questi canyon di origine vulcanica. Canyon che danno al paesaggio costiero gli inconfondibili colori dei fondali dal verde al turchese. 

Le due autrici che hanno coordinato il lavoro sono Annalisa Patania e Tiziana Dieli, biologhe marine siciliane. Esperte conoscitrici dell’evoluzione dei fondali usticesi, approfondiscono il tema del progressivo cambiamento delle condizioni del mare. Cambiamento causato dal surriscaldamento dell’acqua che in estate arriva sino ai 28°, con gravi conseguenze sulla vita marina. Si segnalano la presenza delle note specie invasive osservate già da una decina d’anni su questi fondali. Ad esempio il colorato granchio corridore atlantico, la lepre dagli anelli, il pesce pappagallo, il vermocane.

TURISMO RESPONSABILE A USTICA
foto di Annalisa Patania

Turismo responsabile a Ustica per salvaguardare i fondali

Il libro, che racconta anche la storia geologica antichissima dell’isola vulcanica, non manca tuttavia di incantare gli appassionati. Conduce il lettore in un viaggio straordinario tra le grotte, i siti di immersione sui fondali usticesi. Spiega i segreti della riproduzione e dei comportamenti delle specie più comuni che si incontrano tra rocce ed anfratti.

Il mare di Ustica viene raccontato con meticolosa abbondanza di particolari nei suoi scogli, nelle cale e negli approdi più belli. E nonostante i cambiamenti in corso, resta un piccolo paradiso da preservare a tutti i costi, sia per subacquei sia per appassionati di snorkeling. Nelle zone di protezione è assicurato lo spettacolo delle grandi cernie, dei barracuda e dei grossi carangidi. Nei siti ormai famosi della secca della Colombara, di Punta Galera, dello Scoglio del Medico, della Falconiera ed Omo Morto, di Cala Sidoti.

TURISMO RESPONSABILE A USTICA
foto di Annalisa Patania

Resta dunque di fondamentale importanza proteggere la biodiversità della vita marina su questi fondali. Mitigare i danni della plastica e disturbo delle specie ove possibile. E ancora ampliare la coscienza ambientale dei turisti verso comportamenti adeguati al rispetto della vita marina. Questo aggiungono gli altri esperti nel corso del racconto, chiarendo il senso del fondamentale lavoro delle aree marine protette. Veri laboratori per la salvaguardia della biodiversità e della vita marina, da potenziare e ampliare su nuove porzioni di mare minacciato.    

TURISMO RESPONSABILE A USTICA
foto di Annalisa Patania

Ustica e turismo responsabile tra itinerari archeologici

Ustica è stata, in diverse epoche della storia, tappa importante lungo le rotte commerciali del Tirreno meridionale. Confino per i prigionieri politici durante il fascismo. I greci la chiamavano Osteodes, cioè isola bruciata. Numerosi ritrovamenti nei fondali antistanti punta Gavazzi indicano che nell’insenatura cercavano rifugio le imbarcazioni di transito. Quando Cala Santa Maria, il porticciolo odierno, era troppo  battuto dai venti.

L’isoletta sin dagli anni 50 è stata meta internazionale di subacquei e campioni di apnea. Sia per la visibilità straordinaria dei fondali che per la ricchezza della vita marina, uniche in tutto il Mediterraneo. Vulcano emerso dal profondo blu nel Tirreno, fu abitata sin dalla notte dei tempi, probabilmente già 4.500 anni fa. Successivamente, nella media età del bronzo si crearono i primi insediamenti come prova l’area del villaggio preistorico e perfino il faraglione.

Gli itinerari archeologici sia di terra che subacquei sono visitabili con tour organizzati su richiesta con le guide esperte locali. Così come il piccolo museo archeologico, in posizione panoramica con vista sul porto

TURISMO RESPONSABILE A USTICA
foto di Annalisa Patania

Ustica, dove dormire e mangiare per un turismo responsabile

Si giunge sull’isola comodamente con un’ora e mezza di aliscafo dal porto di Palermo (Libertylines) oppure in nave traghetto in tre ore di navigazione. Sull’isola si trovano comodi hotel o b&b, oltre a molte casette in affitto attorno alla piazza. Nel borgo vecchio sul paese oppure in campagna con vista mare e tramonto, sul versante di Tramontana. Tra gli hotel consigliati, Clelia, Case Clelia b&b, Stella Marina, Residence Timeo, La Cernia Bruna, agriturismo Hibiscus.

Ottima la cucina con i prodotti locali che accompagnano il pesce del giorno. Lenticchie, capperi, pomodori, ortaggi, frutta degli orti biologici vengono serviti in sontuosi aperitivi o con ricette semplici nei ristoranti a conduzione familiare. Tra questi: Il Terrazzino, La Carruba, Il Faraglione sul porto, l’Isolotto.

Molto belli anche i trekking da fare a piedi. Ad esempio il sentiero di mezzogiorno che sale sulla scogliera e giunge al faro di punta Gavazzi. Oppure il sentiero del tramonto, sulla piana agricola e sui faraglioni. Da non perdere anche la passeggiata sulla rocca della Falconiera con il vecchio forte spagnolo, il faro. E le numerose tombe di epoca bizantina lungo il percorso.

di Maria Laura Crescimanno

Lenticchia di Ustica

INFORMAZIONI:

https://www.visitsicily.info/

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