LA STORIA DI UNA STRADA
IL VALICO PIU’ ELEVATO DEGLI APPENNINI
Passo dopo passo
Questa volta vi raccontiamo di una strada. Ma non si tratta di una strada qualunque. Non tanto perchè con i suoi 1664 metri di altitudine è il valico più elevato di tutti gli Appennini. Quanto per la sua storia peculiare. Una storia bicentenaria, visto che la “Strada del Duca” festeggerà nel 2019 i duecento anni dalla sua costruzione.
Ed è proprio una strada storica, quella che dai Bagni di Corsena porta a Fiumalbo, scollinando a Foce a Giovo.
Un’opera decisamente ambiziosa, concepita per collegare Lucca alla “Lombardia” (come si diceva all’epoca) senza attraversare il Granducato di Toscana. Venne tracciata dopo la Restaurazione per volere della duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone, con l’accordo di Francesco IV, duca di Modena. Il motivo? Economico. In questo modo si voleva evitare di pagare al Granducato le esose gabelle da questo imposte sul transito delle merci.
Un tracciato ostile ed impervio
Ben presto, però, la “direttissima al Giovo” non conobbe molta fortuna: il tracciato piuttosto ostile, le zone impervie, le salite a tratti ripide, gli inverni rigidi di quegli anni con frequenti bufere di neve, fecero sì che mercanti e passeggeri tornarono a preferire itinerari più agevoli, sicuri e frequentati.
E a nulla valsero gli sforzi di voler dare lustro alla strada, soprattutto nel versante lucchese, dove vennero progettati eleganti e imponenti edifici.
Un itinerario invariato da due secoli
Vi lavorarono Gaetano Gnassi e Giacomo Marracci (che fu anche il progettista della strada). Venne realizzata solo la Dogana di Tereglio (oggi in totale abbandono). Ma fu tutto inutile.
La Strada del Duca si ridusse così a una sorta di “variante” poco frequentata.
Ma agli occhi nostri, questa può essere considerata anche la sua fortuna. Perchè questo itinerario si snoda pressochè invariato da due secoli a questa parte in una delle zone più incontaminate degli Appennini, in mezzo a una natura a tratti selvaggia (ne è un esempio l’Orrido di Botri, splendido “canyon” che richiama ogni anno 16 mila visitatori).
22 chilometri di suggestioni
Il tratto più suggestivo di tutta la Strada del Duca sono i 22 chilometri di sterrato che vanno dal rifugio Casentini a Ca’ Coppi, in prossimità di Fiumalbo: la parte del versante emiliano è chiusa al transito dei veicoli, e conserva pressochè intatta la struttura costruttiva di due secoli fa.
Un gioiello incastonato
Meta di escursionisti e cicloturisti, è un autentico gioiello incastonato nella Foce a Giovo.
«Bisognerebbe però che provvedessero a sistemare il lungo tratto di accesso sul versante toscano, oggi crivellato di buche e piccole frane – lamenta Lorenzo Tolari, presidente dell’associazione che gestisce i due rifugi della zona, il Cosentini e il Mercatello -. Il dialogo avviato di recente tra le amministrazioni locali dei due versanti fa’ ben sperare…».
Già. Perchè il Bicentenario è alle porte, e per l’evento sono previsti grandi festeggiamenti.