Perchè visitare la valle d'Aosta
Monte Bianco

Perchè visitare la Valle d’Aosta. La bella stagione è alle porte e cresce la voglia di tornare a viaggiare. Anche se per il momento gli spostamenti non sono possibili, possiamo iniziare a pianificare i nostri viaggi da intraprendere nei prossimi mesi. La Valle d’Aosta ha il suo perchè ed è una meta perfetta da visitare per concedersi una fuga dalla routine e dalla città. Ci si può immergere nella natura ma anche nella storia e nelle tradizioni di questa splendida Regione. Se ancora non conoscete le bellezze che la Valle d’Aosta ha da offrire, vi proponiamo 10 buoni motivi per visitarla. Per aggiungerla alla vostra wishlist del 2021. Dalle vette più alte d’Europa alle aree naturali protette, passando da una storia millenaria e gustosissimi piatti che profumano di tradizione. La Valle d’Aosta saprà sicuramente incantarvi!

Perchè visitare la Valle d'Aosta
Arco di Augusto – Aosta – Foto di Enrico Romanzi

SkyWay Monte Bianco, a un passo dal cielo. Perchè visitare la Valle d’Aosta

Grazie alle nuova funivia inaugurata nel 2015, la salita da Courmayeur a Punta Helbronner è un’esperienza straordinaria. Le cabine ruotano su sé stesse, per offrire ai passeggeri una vista impareggiabile sulle vette lungo tutto il percorso, che copre circa 2.200 metri di dislivello in una decina di minuti. Pontal d’Entrèves (a 1.300 metri di altitudine) è la stazione di partenza con ampi parcheggi, bar e punti di informazione e da qui si raggiunge la stazione intermedia Pavillon du Mont Fréty  (2.200 metri) che offre viste panoramiche sui versanti contrapposti della Val Veny e della Val Ferret, il giardino botanico Saussurea, un solarium, il parco giochi Skyway for kids e una cantina di vinificazione della Cave Mont Blanc oltre ad Hangar 2173, uno spazio espositivo sulla storia della funivia dal 1941.

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Punta Hellbronner – Skywow – Foto Tommaso Diena

Punta Helbronner: ultima stazione

L’ultima stazione è quella di Punta Helbronner (3.466 m), dove si viene accolti da un’ampia terrazza panoramica circolare che regala una straordinaria vista a 360° sui “quattromila” delle Alpi Occidentali:Il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin. Qui è possibile provare lo Skywow. Uno spazio unico che si estende per 2 metri e mezzo, regalando la straordinaria sensazione di librarsi nel vuoto osservando dall’alto il maestoso paesaggio delle nevi perenni e delle rocce a picco della catena del Monte Bianco. Ecco un altro perchè per visitare la Valle d’Aosta

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Courmayeur – Freeride

Aosta, culla della storia

La posizione del capoluogo, in un’ampia pianura al centro della regione alpina e circondata da alte montagne sulle rive della Dora Baltea, l’hanno resa un luogo privilegiato nel corso della storia. Rinvenimenti preistorici sono visibili nella spettacolare Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, alla periferia della città. Si tratta di uno dei più grandi siti del megalitismo in Europa che offre al visitatore un emozionante viaggio nel tempo, dal Neolitico all’Età del Ferro, rivelando arature sacre, stele antropomorfe, imponenti tombe megalitiche e il maestoso dolmen che si erge al centro degli scavi.

Anche i Romani compresero il potenziale della città e fondarono qui la città di Augusta Praetoria in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto. Nota come la Roma delle Alpi, Aosta presenta ancora gran parte della cinta muraria originaria e numerosi monumenti ottimamente conservati iniziando dall’imponente Arco di Augusto, edificato in onore dell’Imperatore e proseguendo con la Porta Prætoria, maestoso ingresso alla città.

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Collegiata Sant’Orso – Aosta – Foto di Enrico Romanzi

Il fascino del Teatro Romano

Degna di nota l’area archeologica del Teatro Romano. Ecco perchè visitare la Valle d’Aosta. Si  è calcolato che doveva ospitare oltre 3.000 spettatori e di cui è ben visibile una monumentale facciata di 22 metri di altezza. Un’altra costruzione monumentale visitabile, sempre di epoca augustea è il Criptoportico Forense , nei pressi della Cattedrale di Aosta. Anche l’epoca medievale ha lasciato tracce del suo passaggio nel territorio valdostano: la chiesa di  Sant’Orso – con il suo chiostro e le sue colonne dai capitelli scolpiti in pietra, tutti diversi tra loro – e il Priorato, fortemente voluto da Giorgio di Challant in stile gotico e rinascimentale, sono due fiori all’occhiello di questo periodo.

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Teatro Romano – Aosta – Foto Enrico Romanzi

Il patrimonio naturalistico del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco naturale del Mont Avic

Le due aree confinanti racchiudono paesaggi di grande interesse naturalistico oltre che specie animali protette.  Il Parco nazionale Gran Paradiso si estende su 70.000 ettari di territorio. Simbolo del parco è lo stambecco, anche grazie alla storia che ne determinò la nascita: nel 1856, il re Vittorio Emanuele II dichiarò queste montagne riserva reale di caccia per salvare lo stambecco dall’estinzione e successivamente la riserva venne donata allo Stato italiano perché diventasse un parco protetto.

Altri protagonisti sono il camoscio, la marmotta e tra gli uccelli, l’aquila reale, oltre a molti piccoli passeriformi. Acquisizioni più recenti del parco sono il gipeto, grande avvoltoio scomparso agli inizi del ‘900 e tornato a nidificare nel Parco dopo essere stato reintrodotto sulle Alpi grazie ad un progetto internazionale, e la lince, piccolo predatore. Grazie ai tre centri visitatori, a Cogne, Valsavarenche e Rhêmes-Notre-Dame, è possibile approfondire sempre i vari aspetti naturalistici dell’area protetta.

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Gran Paradiso – Foto di Enrico Romanzi

Giardino Alpino Paradisia da non perdere. Perchè per visitare la Valle d’Aosta

Da non perdere a Cogne, il giardino alpino Paradisia, soprattutto a luglio, quando molte delle oltre 1.000 specie floreali del giardino sono in piena fioritura. Istituito nel 1989 il Parco naturale Mont Avic è invece il primo parco naturale regionale della Valle d’Aosta. L’alta valle di Champorcher rappresenta un altro perchè per visitare la Valle d’Aosta. Ha vaste praterie che ospitano stambecchi, camosci e marmotte.

Il parco, che in passato era sfruttato per l’attività mineraria, offre oggi uno spettacolo di grande bellezza. Oltre un terzo dell’area protetta è coperto da estese foreste di pino uncinato, pino silvestre, larice e faggio. Inoltre, presenta formazioni geologiche particolari, endemismi floristici alpini e associazioni vegetali legate al substrato delle pietre verdi, specchi d’acqua, acquitrini e torbiere, senza eguali per numero ed estensione in Valle d’Aosta. 

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Cogne – Foto Paolo Rey

Sci estivo al Plateau Rosà. Perchè visitare la Valle d’Aosta

Breuil-Cervinia, con il ghiacciaio del Plateau Rosà, a 3.500 metri di altitudine, è il più grande domaine skiable estivo in Europa. Si tratta di 25 km di tracciati in grado di soddisfare tutte le esigenze tecniche, dal principiante all’atleta, su fantastiche piste che per estensione. La qualità della neve e varietà tecniche non hanno nulla da invidiare ad un comprensorio invernale. Non solo sci ma anche snowboard in quel Gravity Park che è entrato nella storia dei riders. È facile e comodo raggiungere Plateau Rosà con la moderna e panoramica funivia che da Cime Bianche laghi in un solo balzo porta alla meta, in mezz’ora soltanto da Cervinia paese. È possibile, inoltre, raggiungere con gli sci oppure attraversando il ghiacciaio a piedi con adeguata attrezzatura alpinistica e preferibilmente con la guida alpina, l’arrivo della Funivia del Piccolo Cervino dove si trova la Grotta di ghiaccio, una delle meraviglie delle Alpi.

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Plateau Rosà

Il Cammino Balteo, a piedi tra storia e natura

Il Cammino Balteo è un percorso di trekking ad anello di quasi 350 Km, percorribile in entrambi i sensi. Porta l’escursionista in un viaggio nella cultura e nella storia della Valle d’Aosta attraversando antichi borghi e imponenti castelli, senza mai perdere il contatto con la natura, grazie ad un variegato paesaggio che alterna boschi e pascoli ad orti e vigneti. Il tracciato si sviluppa principalmente nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 500 e i 1900 metri s.l.m.

E’ praticabile quindi per buona parte dell’anno. Il Cammino si articola in 23 tappe di circa 4-6 ore ciascuna che possono anche essere percorse in più riprese o interrotte spostandosi con il trasporto pubblico. Ogni tappa è un invito alla scoperta con le molteplici opportunità che invitano alla sosta per rilassarsi nella natura, gustare i prodotti locali, visitare siti archeologici, chiese e musei. Il Cammino Balteo è un diario di viaggio da scrivere passo dopo passo. 

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Castello d’Introd – Cammino Balteo

Sulle orme della Regina

Realizzato per volere della Regina Margherita di Savoia, che soggiornava a Gressoney ospite dei baroni Beck Peccoz già dal 1889, il Castello Savoia sorge ai piedi della località denominata “Belvedere”Da lì c’è una splendida vista che domina tutta la vallata fino al ghiacciaio del Lyskamm. La dimora ospitò la Regina durante i suoi soggiorni estivi fino al 1925. Costituito da un nucleo centrale di forma rettangolare, cui si affiancano cinque torrette cuspidate, il castello fu progettato in stile medioevale.

Viene descritto come “stile lombardo del secolo XV”, assai in uso nella Francia e nella Savoia, regione d’origine dei sovrani regnanti. L’esterno è rivestito in pietra da taglio grigia proveniente dalle cave della Valle del Lys. La Capanna Regina Margherita nel gruppo del Monte Rosa a quota 4.554 m s.l.m., costituisce il rifugio alpino più alto d’Europa e uno degli osservatori fissi più alti al mondo. La capanna fu inaugurata il 18 agosto 1893 alla presenza della regina Margherita di Savoia, ebbe la funzione di rifugio-laboratorio e fu di grande importanza per le ricerche sulla medicina d’alta quota agli inizi del XX secolo. Attualmente la struttura ospita 70 posti letto ed è fruibile soprattutto nei mesi estivi di luglio e agosto.

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La fontina, la regina dei formaggi valdostani

La Fontina Dop è il simbolo gastronomico della Regione. E’ un  formaggio prodotto con latte crudo e intero con una crosta compatta, sottile e marroncina, all’interno della quale è racchiusa una pasta semicotta, elastica e fondente, con occhiatura piccola e scarsa. Il colore è paglierino chiaro nelle forme prodotte in inverno e tende al giallo più intenso nella produzione estiva. Il sapore è dolce e l’aroma fragrante si accentua con la stagionatura. Nel 1996, la Fontina ha ottenuto dall’Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (DOP), che sancisce inequivocabilmente come la sua produzione esclusiva debba avvenire in Valle d’Aosta, zona dalle particolari condizioni geografiche, pedologiche, climatiche, agronomiche e culturali, a tutela dai tentativi d’imitazione. A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità. 

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Magazzino Fontine di Valpelline – Foto Enrico Romanzi

Trekking d’alta quota tra le vette più alte d’Europa

L’Alta Via n. 1, denominata Alta Via dei Giganti, è un itinerario escursionistico dallo scenario incomparabile: si sviluppa infatti ai piedi dei massicci più elevati d’Europa tra il Monte Rosa, il Cervino e il Monte Bianco. Tracciato lungo la sinistra orografica della Dora Baltea, l’Alta Via n. 1 conduce da Donnas a Courmayeur, con 17 tappe giornaliere che richiedono in media 3-5 ore di marcia ciascuna, offrendo punti di sosta per ogni necessità. Il percorso scende, quasi ad ogni tappa, nel fondovalle dove è possibile usufruire dei servizi dei paesi oppure interrompere il tragitto con rientro in autobus. L’itinerario è percorribile nei mesi estivi e si sviluppa nella media e alta montagna, tra prati, pascoli, boschi e pietraie, mantenendosi ad una quota media di 2.000 metri e sfiorando spesso i 3.000 metri.

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Escursionisti a Breuil-Cervinia – Foto Enrico Romanzi

Tracciato dell’Alta Via n. 2

L’Alta Via n. 2, denominata alta via naturalistica, si snoda per buona parte nei territori del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco Regionale del Mont Avic. Questo itinerario attraversa zone selvagge dai paesaggi suggestivi, dove vivono numerosi esemplari di flora e fauna alpina, anche delle specie più rare, e zone abitate nelle quali è possibile scoprire le origini antiche delle tradizioni e dell’artigianato valdostani e dove poter degustare i prodotti tipici locali. L’itinerario conduce da Courmayeur a Donnas, con 14 tappe giornaliere che richiedono in media 3-5 ore di marcia ciascuna, offrendo svariati punti di sosta. Anche in questo caso il percorso scende nel fondovalle quasi a ogni tappa.

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Lago d’Arpy – Monte Bianco – Foto Enrico Romanzi

Nella terra del popolo Walser

Originari del Vallese svizzero, i Walser colonizzarono questo territorio nel corso del Duecento giungendo da Zermatt e insediandosi in quasi tutta la Valle del Lys e nell’alta Val d’Ayas. Importante elemento distintivo della cultura walser è la lingua. Si tratta del töitschu, dialetto parlato nella zona di Issime, e il titsch, proprio dell’area di Gressoney, assai simile all’idioma germanico. Nel 1970 è stato introdotto lo stemma della comunità Walser, un cuore bianco-rosso con 10 stelle. Per conoscere da vicino la cultura del popolo Walser, è raccomandata la visita all’ Ecomuseo a Gressoney-La-Trinité. Qui è possibile ammirare la Casa Rurale – Puròhus che ripropone l’autentica atmosfera di una tipica abitazione walser con il suo “Wohngade”, la stalla-abitazione, un tempo cuore pulsante dell’attività lavorativa.

Ecomuseo Walser

La Casa Museo ospita mostre permanenti dedicate al territorio

La Casa Museo – Pòtzsch hus in una tipica stadel, antica costruzione walser, ospita mostre permanenti dedicate al territorio e la Baita di Binò Alpelté, un piccolo alpeggio con l’interessante particolarità di essere costruito al riparo di un unico masso naturale che funge da tetto. Anche la cucina Walser è permeata dell’influenza culturale germanica, sia nei nomi dei piatti che nella loro preparazione. Particolari i dolci tradizionali, preparati perlopiù in occasione delle festività. I Kanistri di Issime (detti Kanostrelle a Gressoney), delicate cialde sottilissime e croccanti, gli Chüjini (frittelle); i Chiechene, chiamati Rissili a Issime (simili alle “chiacchiere” o “bugie” di Carnevale), i Pòmpernòsslené (rettangoli di pasta sottile aromatizzata con grappa e fritti) e gli Schenkeléné (sottili cialde arrotolate a forma di sigaro). Nelle lunghe e fredde serate invernali si può trovare conforto con del buon vino rosso scaldato con spezie, simile al vin brûlé, chiamato Rochtio.

Ecomuseo Walser

Trekking dove l’architettura Walser è stata conservata

Da non perdere il Walser Trekking un percorso affascinante. Durante il percorso, oltre alla tipica flora alpina e agli aspetti geomorfologici dell’area nella quale ci si trova, si possono ammirare i villaggi di Alpenzù piccolo e Alpenzù grande. Qui l’architettura Walser è rimasta mirabilmente conservata. A fare da sfondo il grandioso spettacolo del massiccio del Monte Rosa. Anche le diverse attività di scoperta della Valle di Gressoney e della Val d’Ayas offerte dalla rete di operatori del Consorzio Monterosa.

Alpezù grande – Gressoney Saint Jean – Foto Enrico Romanzi

Chamois, il paese senza auto

A 1.815 metri di quota, Chamois è raggiungibile solo a piedi, in bicicletta o in funivia. Un angolo di paradiso dove si respira aria pulita e si vive a contatto con la natura.  Ideale per chiunque voglia vivere i ritmi lenti di un ambiente autentico . Il viaggio in funivia è sempre un’emozione. Si sorvola la Valtournenche sino ad una altezza di 250 metri dal suolo. Di frequente si possono ammirare dall’alto i camosci che pascolano placidi tra le cenge erbose e lungo la ripida mulattiera che da Buisson, nel fondovalle, giunge a Chamois.
Dall’abitato di Chamois è possibile salire ulteriormente in quota con la seggiovia. Si raggiungono splendidi luoghi come il  dove si trovano un’area pic-nic e punti di ristoro, per una piacevole sosta o come punto di partenza per varie escursioni oppure. In inverno si raggiungono le piste da sci.

Chamois e Cervino – Foto di Enrico Romanzi

Chi va piano va sano e va lontano. I più allenati possono salire a Chamois a piedi seguendo la vecchia mulattiera che congiunge tuttora la località al fondovalle. Oppure dal comune di La Magdaleine si sale lungo un sentiero alla portata di tutti, percorribile anche in mountain bike.

Chamois – Foto Enrico Romanzi

INFORMAZIONI:

http://www.lovevda.it

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