E’ incredibile la capacità di New York di cambiare e trasformarsi continuamente. La lasci convalescente, dopo le ferite mortali inferte dall’11 settembre, e nel giro di pochi anni la ritrovi più vivace che mai, in preda a un fermento incessante. Una effervescenza che porta spesso la firma dei più noti archistar del mondo.
Ti può capitare, così, all’improvviso, di trovarti nel quartiere del World Trade Center e di ammirare la nuovissima, spettacolare stazione “Oculus”, ideata da Santiago Calatrava: due ali d’acciaio all’esterno che fanno filtrare la luce nell’immenso catino bianco interrato. E ai newyorkesi pare interessi poco che si tratti della stazione più costosa al mondo (quasi 4 miliardi di dollari), visto che viene frequentata da duecentomila passeggeri al giorno…
Oppure ti può capitare di entrare nel negozio di Armani sulla 5th Avenue e di poter ammirare una sinuosa scala disegnata da Massimiliano Fuksas. O di camminare lungo la “High Line” – una passeggiata verdeggiante creata lungo una linea ferroviaria sopraelevata dismessa, una sorta di percorso zen a 10 metri d’altezza – e di trovarti circondato da innumerevoli cantieri di nuovi grattacieli nell’Hudson Yards o di imbatterti nella costruzione del condominio residenziale firmato da Zaha Hadid nel West Chelsea.
Al termine di questa incantevole passeggiata lunga quasi 3 chilometri, all’ingresso del quartiere di Greenwich, ecco stagliarsi la splendida architettura del Whitney Museum, firmato da Renzo Piano.
Ciò che ci ha più impressionati di questa struttura è la “continuità” che l’archistar è riuscito a dare tra saloni interni, vetrate a tutta parete, terrazze panoramiche e High Line (dove trovano posto alcune opere artistiche), riuscendo così a creare una mirabile estensione dello spazio espositivo, in una osmosi tra interno ed esterno.
Ci attendiamo invece di vedere ultimati i lavori di ampliamento del Moma, che con le sue 150 mila opere d’arte rappresenta la più grande collezione d’arte moderna e contemporanea al mondo. Peccato che le opere siano esposte a rotazione, per cui può capitare di non riuscire ad ammirare alcuni dei capolavori conservati nel museo. Ma con la conclusione dei lavori di espansione, previsti per il 2019, ci si attende un rilancio in grande stile di questo simbolo dell’arte contemporanea: tra due anni il museo potrà contare su altri 15 mila metri quadrati espositivi (costo dell’intervento, 450 milioni di dollari).
E’ tutto esagerato, a New York. Come la vera icona di questa rinascita, il nuovo World Trade Center, che porta la firma di David Childs e che con i suoi 541 metri (1776 piedi, che corrisponde alla data dell’Indipendenza degli Stati Uniti) è il grattacielo più alto del mondo occidentale.
Dalle enormi vetrate dell’Observatory, posto al 102. piano, si gode di una veduta straordinaria a 360 gradi su tutta la geografia della città circondata dall’acqua. Al contrario dei punti più elevati degli altri grattacieli della città visitabili, l’Observatory è stato ideato e realizzato per accogliere un gran numero di visitatori, che hanno modo di godere di uno spettacolo mozzafiato in un ambiente ampio e accogliente.
Ma a contendere il titolo di simbolo della New York del XXI secolo è una struttura ben meno nota del Wtc: la Hearst Tower (all’angolo tra la 8th Avenue e la 57th Street, nei pressi di Columbus Circle) non svetta per altezza (conta “appena” 46 piani) ma per le soluzioni avveniristiche adottate.
Utilizzando come base l’edificio dell’Hearst Int. del 1928, l’architetto inglese Norman Foster ha concepito una straordinaria struttura in vetro e acciaio che, grazie alle tecniche di sostenibilità ambientale adottate, è stata dichiarata il primo edificio “verde” nella storia della Grande Mela. All’interno e all’esterno si fa’ un uso eccezionale dello spazio e della luce, e grazie al sistema a griglia diagonale si sono potute “risparmiare” duemila tonnellate di acciaio. Inoltre, il 90 per cento dell’acciaio utilizzato contiene materiali riciclati, mentre il tetto raccoglie l’acqua piovana che viene poi riutilizzata (per un risparmio annuo di 6 milioni e mezzo di litri di acqua).
Concludiamo con un accenno dedicato a chi ama le avanguardie artistiche. In questo caso, occorre spostarsi sull’altra sponda dell’East River, a Brooklin, e percorrere le vie delle zone di Dumbo, di Williamsburg, ma soprattutto di Bushwick, dove le vecchie fabbriche e gli ex depositi vengono progressivamente trasformati in studi e gallerie degli artisti delusi dalla standardizzazione di Manhattan. Bushwick, in particolare, è la zona della “Street art”: i muri in mattoni delle case del quartiere sono ricoperti di splendidi graffiti e murales. E’ una zona davvero sorprendente, a metà strada tra un’area artigianale/industriale e il mondo artistico in divenire…
Alcuni consigli pratici
Cibo. Volete evitare di farvi spennare per cibarvi? New York, come molti sanno, è una città piuttosto cara. E recarsi al ristorante può rappresentare un’esperienza “traumatica”. Per fortuna, negli ultimi anni sono sorte alcune catene di supermercati che offrono al loro interno anche un servizio di self-service davvero pregevole. Noi abbiamo avuto modo di apprezzare in modo particolare “Whole Foods”, presente in vari punti della città (tra cui Columbus Circle, proprio all’ingresso di Central Park). In questi supermercati, alle tradizionali corsie dei più svariati prodotti alimentari si mescolano “isole” dove si possono trovare, come in qualunque fast food, pietanze e piatti già pronti: dagli antipasti alle zuppe, dai primi ai contorni (verdure cotte e crude), dai secondi ai piatti etnici, dai piatti vegani ai dolci. Vi garantiamo che la qualità delle pietanze è davvero elevata (e con una particolare attenzione all’aspetto salutista). Sempre all’interno del supermercato sono quindi allestite apposite aree dove si possono consumare le vivande appena acquistate, e dove è possibile ordinare un caffè, una bevanda calda, un frullato o una centrifuga di verdure. Il tutto per una cifra che può oscillare dai 10 ai 15 dollari. Meglio di così…!
Muoversi in città. Considerate le distanze impegnative, il mezzo più comodo e veloce per spostarsi da un punto all’altro della città è senza dubbio la metropolitana (tra l’altro, circola 24 ore su 24). Il sistema di “incroci” tra le varie linee è un po’ farraginoso, ma una volta compreso ci si fa’ l’abitudine. Il prezzo del biglietto singolo è alto (3 dollari) ma esistono delle forme di abbonamento (da 3, 5, 7 giorni…) molto vantaggiose. Tra l’altro, con una “strisciata” si può prendere anche la singolare “Roosvelt Island Tram”, la funicolare che corre a fianco del Queensboro Bridge e che collega l’Upper East Side con la Roosvelt Island: un’escursione che vi consigliamo caldamente.
Visita ai principali punti di interesse. L’ingresso ai musei o ai principali grattacieli presenta un costo davvero elevato, talvolta esagerato. Anche in questo caso, però, esiste una soluzione vantaggiosa: è possibile acquistare il “New York City Pass”, che ad un costo complessivo di 122 dollari consente l’ingresso all’Empire State Building, al Museo di Storia naturale (non perdetevi l’avveniristico Planetario e il Rose Center, un museo nel museo!), al Metropolitan Museum, al Top of the Rock (o in alternativa al museo Guggenheim), alla Statua della Libertà ed Ellis Island (o in alternativa una crociera con la Circle Line) e al Memoriale e Museo dell’11 settembre (o in alternativa all’Intrepid Sea, Air & Space Museum).
Luca Begnoni