Quando si pensa a Lampedusa la mente corre ai barconi dei migranti: tutti ricordano gli arrivi degli anni scorsi e tutti sentono i media parlare di avvistamenti “al largo di Lampedusa”. Di conseguenza i turisti disdicono le prenotazioni. Così vado sull’isola per capire. Fatalità il giorno prima del mio rientro al nord, al largo della Libia vengono salvati 4.200 immigrati, ma noi lo apprendiamo solo la mattina dopo da Internet perché ormai Lampedusa è solo porto di partenza dei mezzi di soccorso e non più di arrivo di clandestini che vengono subito portati in Sicilia e (in questo caso) anche a Cagliari. E’ la prova che la realtà non è ciò che si vede in tv. Lo spiega bene il comandante della Guardia Costiera, tenente di vascello Giuseppe Cannarile: “Quando sono annegati gli 800 clandestini molti organi d’informazione hanno parlato di un fatto avvenuto al largo di Lampedusa. E invece l’episodio è successo a 127 miglia da Lampedusa e a sole 30 miglia dalla Libia: allora, è corretto citare sempre Lampedusa? Quando salviamo i migranti in mare aperto, chi vive sull’isola non si accorge di nulla”.
I soli segni del fenomeno sono le cinque carrette del mare issate a riva e ancora visibili accanto al campetto di calcio fronte porto; e i mille agenti che sono una presenza nutrita, ma discreta. Chi ha l’incubo dell’invasione dei disperati non ne vede neanche l’ombra perché, una volta salvati in acque internazionali, vengono subito diretti nel resto d’Italia. Volete incontrare un clandestino? Venite in una qualsiasi città o paese d’Italia, ma non a Lampedusa, perché qui non ce ne sono proprio. Anche per questo la titolare di un negozio del centro continua a stupirsi: “Proprio oggi una signora ha disdetto il soggiorno dicendo che non se la sente di nuotare tra i cadaveri…”
Lampedusa è un paradiso marino circondato da un’acqua cristallina che ti accoglie fin dal porto e che nelle calette che punteggiano la costa sud trova la sua massima espressione. Spiagge dalla sabbia dorata e scogliere a picco sul mare ricche di pescose insenature rappresentano mete ideali anche per gli amanti delle immersioni. Gabbiani e capre sono gli animali più presenti, dopo i pesci che da sempre sono la ragione di vita dei lampedusani; almeno fino agli anni ’70 quando è arrivato il turismo. “Poi nel 2005 ecco il fenomeno immigrati – spiega Antonio Martello titolare di attività ricettive e di “Sogni nel blu” unico tour operator isolano – Chi di noi non è pescatore è figlio di pescatore: il mare è parte di noi, nel bene e nel male, per questo l’accoglienza ci viene spontanea. Voi conoscete i clandestini da dieci anni, noi da venti perché una volta arrivavano piccole barche di tunisini in cerca di fortuna: gli davamo da mangiare e qualche soldo per raggiungere Porto Empedocle. Un giorno, vicino all’isola dei Conigli, ne trovammo uno che ci chiese dov’era la stazione dove prendere il treno per Palermo…”
Qui la natura è forte e selvaggia. E’ un lembo d’Africa che conserva costumi e dialetto della lontana Sicilia, ma se chiedi a qualcuno se è siciliano, ti senti rispondere “No, lampedusano”. Con la sua punta Sottile l’isola è l’estremo sud d’Europa, battuto da un piacevole vento che sopperisce alla scarsità di alberi. Le palme e le cupole presenti in molte case e alberghi rendono più fresche le estati e ricordano che siamo a sud di Malta e a est di Nabeul (Tunisia), in linea d’aria a 185 km dalle coste tunisine e a 200 da quelle italiane, raggiungibili con 10 ore di nave. Il mezzo più comodo per arrivarci è l’aereo (trequarti d’ora da Bologna) grazie a un grande scalo collegato ai principali aeroporti italiani; perché il turismo è la voce numero uno dell’economia locale, con la sua capacità ricettiva di 2.300 posti letto in hotel e residence, che con le camere in affitto sale a 15.000.
Nei momenti d’oro, prima del dimezzamento delle presenze, in agosto i 6.000 isolani venivano invasi da 20.000 turisti. Una politica di prezzi bassi e un’offerta naturalistica ed enogastronomica notevoli puntano a recuperare terreno proponendo anche pacchetti vantaggiosi (volo + soggiorno + noleggio auto o scooter). Vanno forte i piatti di mare (dai polpi allo spada, dalle alici al tonno, alla sardella d’Africa appena pescati) con i primi siciliani (caponata) e le contaminazioni tunisine (couscous) innaffiati dai vini bianchi di Trinacria (Catarrato, Zibibbo e Insolia).
Dal Giappone arrivano sempre turisti e quando sbarcano chiedono di essere portati a vedere le “barche volanti”. Quando il direttore di una rivista nipponica vide il reportage di un suo fotografo pensò all’effetto Photoshop e titolò così la sua copertina: le barche fotografate nell’insenatura della Tabaccara galleggiavano nel vuoto. Ma chiunque le fotografi (è capitato anche a me) ottiene lo stesso risultato tanto l’acqua è trasparente e azzurra. Perfino i gabbiani, volando bassi, per il riflesso mostrano il petto azzurro anziché bianco.
E poi c’è l’isola dei Conigli, classificata due anni fa dai turisti di Tripadvisor come la più bella del mondo. Tanto pulita che in questa spiaggia frequentata dai villeggianti, le tartarughe Caretta caretta (specie in via d’estinzione) nelle notti estive depongono le uova. In anni in cui si poteva fare, in quel paradiso Modugno costruì il dammuso dove volle passare i suoi ultimi giorni. Un altro cantautore che ha una dimora qui è Claudio Baglioni, che ogni anno tiene un concerto in Cala Guitgia.
Nel tour dell’isola via mare, passati i faraglioni, inizia la ricerca dei delfini che amano farsi ammirare nelle loro evoluzioni a pelo d’acqua. Insomma Lampedusa tutto è tranne un luogo triste. E poi i lampedusani sono simpatici. Provare per credere.
Roberto Brumat