Porto Mgarr

Gozo e Malta sono internazionalmente conosciuta come località turistiche, di vacanze e di svago e il suo arcipelago è una meta favorita per le vacanze degli italiani. La storia, le tradizioni, i colori, il cibo, i vini ricordano molto l’Italia meridionale. In particolare la Sicilia, la cui estremità più meridionale dista in fondo solo un’ora di traghetto. In qualche momento dà l’impressione di essere una Sicilia che guida a sinistra e parla inglese. Insieme al maltese è lingua ufficiale della piccola Repubblica, il più minuscolo stato dell’Unione Europea di cui è membro dal 1 maggio 2004. L’euro poi è stato adottato dal 2008.

L’italiano, lingua ufficiale fino al 1934, quando l’attrito politico tra l’Italia fascista e il Regno Unito impose una svolta alle relazioni, è comunque lingua molto conosciuta a Malta e spesso parlata. Tutto ciò grazie alle trasmissioni televisive che si si ricevono benissimo da tutte le reti. Aiutano anche tante parole e locuzioni italiane che sono entrate nella lingua maltese, anche se a volte in versione dialettale siciliana.

Gozo
Graffiti

Gozo e Malta per millenni punto di scontro e incontro

Le isole maltesi, posti al centro del Mediterraneo, sono state per millenni punto di scontro e di incontro di numerose popolazioni che durante le loro traversate in mare alla ricerca di nuove reti commerciali sono passati da qui. Hanno lasciato un inestimabile patrimonio culturale. Ci sono tracce documentate di fenici, greci, cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, aragonesi, nobili baroni siciliani, cavalieri di San Giovanni, francesi di Napoleone e infine degli inglesi.

Fino fino al riconoscimento della sospirata indipendenza il 21 settembre 1964. Pertanto è la cultura il fiore all’occhiello di Malta, dato che nel Paese si trovano ben tre siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’umanità dall’Unesco. La capitale Valletta, un esempio privilegiato di questo fulgore, prezioso scrigno colmo di tesori che conserva tra l’altro i due unici quadri firmati da Caravaggio.

L’Ipogeo di Hal-Saflieni, l’unico sito preistorico sotterraneo al mondo usato a fini rituali. I sette maestosi templi megalitici che si ritrovano in diversi punti dell’arcipelago. Sono alcune delle più antiche strutture progettate dall’uomo, e tutto ciò fa pensare che Malta, posta al centro del Mediterraneo, fosse considerata in epoca remota un’isola sacra. I primi insediamenti documentati su queste isole risalgono al Neolitico, circa 5000 anni avanti Cristo.

Gozo
Kempiski Hotel

Gozo, la sorella minore di Malta

Gozo è la sorella minore di Malta, un’isola meno turistica e più genuina. Non ci sono aeroporti. La si raggiunge con un breve collegamento di traghetto anche per auto attraverso il canale di Gozo con attracco al porto di Mgarr. L’altro modo è il servizio veloce di Fast Ferry passeggeri che parte direttamente dal porto di Valletta. L’isola custodisce incredibili reperti storici antichi molto ben conservati. Il recupero e studio cominciò verso il 1820 da parte di archeologi inglesi.

Il sito più imponente si trova a Xaghra in località chiamata Gigantija, che deriva dal maltese per “gigante”. Un tempo si credeva che questi templi fossero stati costruiti da un’antica razza di giganti, capaci di spostare e sollevare, con tecniche di cui oggi ci sono ipotesi, ma non spiegazioni definitive. Si tratta di megaliti alti fino a 5 metri che arrivano a pesare anche 50 tonnellate. Con una punta d’orgoglio i gozitani fanno notare che questa è la più antica struttura autoportante del mondo. Chissà se Filippo Brunelleschi passò ad ispirarsi qui prima di inventare la meraviglia autoportante della cupola di Santa Maria del Fiore. A Firenze tutto ciò diede il via al Rinascimento dell’arte italiana.

A Gozo nel sito di Gigantija

All’ingresso del sito di Gigantija un centro d’informazioni contiene alcune sale con un piccolo museo ben documentato. Qui vengono spiegati gli aspetti legati al neolitico maltese e ai suoi templi. C’è anche l’esposizione di alcuni importanti reperti ritrovati sia a Xaghra che in altri siti sparsi di Gozo. Sono piccole statuette di eccezionale bellezza raffiguranti corpi femminili, che accendono l’emozione di trovarsi al cospetto del lavoro dei progenitori che vivevano nel megalitico. Cioè nel tardo neolitico circa 3600 anni prima di Cristo.

All’uscita del museo un breve percorso esterno permette di raggiungere i due templi, realizzati tra il 3600 e il 3200 a.C. e utilizzati fino all’età del bronzo. Circa nel 2500 a.C., Per ragioni ignote che hanno acceso molte speculazioni sembra che la popolazione primitiva delle isole sia scomparsa.

Gozo
Gozo

A Gozo, i templi di Gigantija

Il buono stato di conservazione dei templi e la loro importanza nella ricostruzione dei riti e delle usanze preistoriche hanno fatto iscrivere queste strutture nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO nel 1980. La pianta è molto particolare e ricorda la forma delle statue votive femminili ritrovate in tutta Malta. Sono composti da cinque absidi e da un corridoio centrale lungo ben 23 metri. Per questa costruzione vennero utilizzati monoliti e una specie di muratura a secco. Le pietre venivano strofinate con la sabbia in modo che i blocchi potessero aderire meglio. La muratura è costituita da due muri con un’intercapedine riempita di pietrisco.

Solstizio d’estate il 21 giugno 2024

Le aperture sono ben studiate in modo da dare degli effetti luminosi precisi, colpendo il 21 giugno, il giorno del solstizio d’estate, la parte più sacra del luogo. Si dimostrano così le grandi capacità astronomiche degli scienziati dell’epoca, simili a quelle dei babilonesi e degli egiziani. Originariamente questi templi erano coperti da un tetto. Poiché le mura non erano in grado di sostenere una volta di pietra, probabilmente fu usata una sovrastruttura più leggera.

Formata da travi di legno e canne con un rivestimento riempitivo in argilla impermeabile. Poiché però il legname è raro nell’arcipelago maltese, la distanza da coprire con le travi di legno fu ridotta, facendo fuoriuscire un po’ ogni pietra. Le cupole di copertura degli absidi sono crollate però già in età antica.

Gozo

La datazione dei suoi monumenti col Carbonio-14

Grazie alla datazione determinata con tecniche al Carbonio-14, il Tempio Meridionale sembra risalire al 3600 a.C. . Tra i due è il più grande, il più antico e quello meglio conservato. Qui sono stati ritrovati gli altari, i focolari e i fori per le libagioni, elementi assenti nell’altro tempio. Hanno confermato la natura sacra e rituale del sito.

Ognuno dei cinque absidi conteneva un altare: il ritrovamento di ossa animali nelle vicinanze suggerisce che fossero usati per sacrifici rituali. I fori ritrovati nel tempio probabilmente servivano per la raccolta delle offerte e anche i focolari erano probabilmente legati a funzioni religiose.

All’entrata si trova un grande blocco di pietra con un incavo. Si ipotizza servisse per le abluzioni rituali che precedevano l’ingresso nel luogo sacro. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che probabilmente questa struttura fu teatro di numerosi rituali in onore della vita e della fertilità. Il tempio settentrionale è meno imponente e impressivo: molto più tardo, è datato intorno al 2500 a.C., le sue pietre recano tracce di fuoco probabilmente derivanti da cerimonie di cremazione. Anche se si ritiene che gli abitatori delle isole provenissero dalla Sicilia attraversato il mare, non esistono e non sono mai stati ritrovati reperti o strutture simili in Sicilia. 

Gozo
Statuette Gigantija

Dalla storia alla cucina di Gozo

Se a Gozo si sono succedute nei secoli popolazioni con storie e culture diverse, questo ha segnato un impatto sulla cultura e sulla cucina locale. La gastronomia qui insegna ad apprezzare questa contaminazione di tradizioni, dove la cucina italiana ha fornito un contributo determinante. Si mangia bene a Gozo e non c’è che l’imbarazzo della scelta: dai ristoranti stellati Michelin ai ristorantini di pesce in fronte mare alle piccole taverne o ai localini come il Fat Rabbit vicino alla bella chiesa barocca di Nadur, uno dei paesi all’interno dell’isola.

Gozo

Per una degustazione di vini locali, Vini&Capricci a Xewkija mette a disposizione una ricca cantina che farebbe invidia a qualunque enoteca italiana: oltre a tantissime etichette italiane e francesi, val la pena di assaggiare i vini maltesi, molto cresciuti qualitativamente e ormai presenti anche in competizioni internazionali. Vista la dimensione dell’isola, la produzione è di nicchia, qualità e non quantità, con alcuni vitigni interazionali particolarmente adatti a questo terroir e due varietà autoctone che val la pena di assaggiare: il bianco ghirghentina e il rosso gellewsa con sentori di prugna e di ciliegia.

Le strutture ricettive

A Gozo si può alloggiare in strutture di ogni livello: dalle guest house che affittano camere alle farm house di campagna, dai piccoli alberghi ai due lussuosi cinque stelle. Il più rinomato hotel, che attrae una clientela internazionale, si trova a San Lawrenz, vicino alla famosa Dwejra Bay, e appartiene alla catena Kempinski. Ospita 141 camere in mezzo 30.000 metri quadrati di giardini semitropicali e piscine. Mette a disposizione anche appartamenti, arredati o vuoti, da una a tre camere da letto, con servizio personalizzato e tutte le disponibilità di un albergo di lusso, che si prestano sia per un affitto breve, sia per essere trasformati in residenze permanenti. La ristorazione offre diverse possibilità: il Baldakkin Bistrò Lounge si trova in uno dei punti più scenografici del resort, permette di sedere all’interno o all’aperto sulla terrazza in vista piscine e offre una selezione di piatti leggeri e di originali cocktail.

Gozo
Hotel Kempinski

La cucina tipica dell’Isola

Al piano sottostante L’Ortolan è un ristorante dedicato tutto alla prima colazione mediterranea, con un angolo esclusivamente riservato ai bambini, un bancone per le specialità tipiche maltesi e chef a disposizione per una cucina sul momento. Il ristorante Gazebo offre un’esperienza culinaria giapponese basata prevalentemente sul pesce, all’aperto nel giardino accanto alle piscine; il Pool Bar offre un’ampia selezione di cocktail accompagnati da tapas e menù internazionali per chi non vuol perdere neanche un minuto per rientrare e preferisce restare all’aperto. Ma il ristorante fine dining dove la gastronomia del Kempinski tocca i livelli più alti si chiama L-Istorija: come dice il nome, La Storia, promette un viaggio nel tempo alla riscoperta dell’arte culinaria dei diversi popoli che si sono avvicendati a Malta e a Gozo con una combinazione di sapori esaltata dagli ingredienti a chilometro zero coltivati nel giardino del resort.

Leonardo Felician

Gozo

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