Calanchi

Calanchi della Sicilia Strati di creta, calcare e marna. Scogliere scolpite e intricate formazioni rocciose. Sentieri che si snodano attraverso un labirinto di valli. Viste panoramiche impagabili sulle campagne circostanti e sull’Etna che domina il paesaggio. Una Sicilia decisamente fuori rotta, dalla bellezza cruda quella del territorio di Centuripe (En), lungo la valle del fiume Simeto. Qui gli scenari naturali hanno un carisma magnetico, quello del gioiello nascosto dei Calanchi del Cannizzola.  

Li chiamano il Deserto di Sicilia perché lo spettacolo surreale offerto da argille erose, profondi burroni, valloni tagliati dal corso di antiche fiumare non ha nulla da invidiare ai panorami grandiosi di altre formazioni desertiche. Dicono i geologi che la formazione dei Calanchi risale a milioni di anni fa e che si tratta di fenomeno di erosione del terreno causato dallo scorrimento delle acque su rocce argillose. E la geologia unica di questo territorio, contraddistinta propri da strati di argilla,  ha giocato un ruolo cruciale nella formazione delle caratteristiche dei Calanchi.

Calanchi della Sicilia. Un vero set cinematografico

Proprio per la loro unicità i Calanchi del Cannizzola sono entrati di diritto nella rete Natura 2000, la lista dei Siti di Interesse comunitario dell’Unione europea per la protezione e la conservazione di habitat speciali. I loro scenari suggestivi sono, superfluo dirlo, molto cinematografici. Non stupisce, quindi, che il Deserto dei Calanchi sia stato scelto da registi e location manager e trasformato in un set naturale per diversi film che qui sono stati girati. Già sessant’anni fa, infatti, il territorio ha fatto da sfondo al celebre film La Bibbia di John Huston. Poi è stata la volta di Pasolini e del suo Il vangelo secondo Matteo.  

CALANCHI DELLA SICILIA
“Il Gattopardo” – Netflix

Più recentemente, i Calanchi siciliani hanno visto Colapesce e Di Martino girare il loro lungometraggio La primavera della mia vita. La regista Jessica Woodworth ha scelto questo territorio brullo e arso come location per il suo Luka, ispirato al romanzo Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. E anche la fiction Netflix, Il Gattopardo, serie tratta  dal celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è approdata nel Deserto Siciliano. Per non parlare di corti e video clip ambientati proprio qui, tra questi panorami lunari. Qui, per esempio, è stato girato il cortometraggio Audi Quattro – Ski the World, nel quale lo sciatore freerider Candide Thovex si è esibito in una serie di discese libere fuoripista proprio sui fianchi di valloni e canyon.  E cantanti del calibro di Irama, ComaCose, Mario Venuti hanno deciso che l’ambiente ideale per i loro video erano proprio i Calanchi siciliani.  

Calanchi della Sicilia per adottare un ulivo

CALANCHI DELLA SICILIA
Colapesce e Di Martino nei Calanchi

Non è tutto. Tra i Calanchi del cannizzola, il designer statunitense Chris Bangle ha installato una delle sue Big Bench, una panchina gigante che, come tutte le altre sorelline dislocate in mezzo mondo,  è colorata, alta oltre due metri e, soprattutto, dalla sua seduta si può osservare un panorama inedito. Un panorama fatto di visioni diafane (quelle dei Calanchi) ma anche di uliveti e aranceti. Sono quelli di Francesco Capizzi, un giovane imprenditore intenzionato a tutelare il territorio e trasformarlo in un’area dalla forte capacità attrattiva.

Ecco perché ha voluto fortemente l’installazione della panchina gigante. Ma ha anche disegnato un percorso da trekking, ha realizzato una area pic-nic accanto alla panchina, ha organizzato tour a cavallo e in quad. Capizzi ha anche ideato il progetto “Adotta il tuo olivo nel Deserto di Sicilia”. Progetto di comunità, il suo, che consente l’adozione di uno dei cinquemila ulivi di Nocellara dell’Etna messi a dimora: i neogenitori  possono prendersi cura dei propri alberi, raccogliendone le olive e ricavandone olio. Un olio doppiamente buono, che sa di opportunità e riscatto, per una terra generosa che può rinascere a nuova vita grazie al contributo di tutti.    

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Ulivo

Calanchi di Sicilia. I dintorni

Ma lungo la valle del Simeto, oltre ai Calanchi c’è di più. A qualche manciata di chilometri dal Deserto, ecco Centùripe, borgo-gioiello dalla curiosa planimetria: visto dall’alto, infatti, il paese sembra un gigante sdraiato sulle colline oppure una stella marina.  Forma strana, certo, dovuta al fatto che Centùripe nei secoli si è sviluppato seguendo le ondulazioni del terreno e i suoi edifici, sacri e profani, si dispongono a gradoni sulle sporgenze rocciose.

Dal centro del paese vedere l’Etna col suo pennacchio di fumo, il corso pigro del Simeto e anche la Piana di Catania è un must. Questo è il motivo per cui Garibaldi, alla testa dei suoi Mille, decise che Centùripe era il balcone della Sicilia. Storia lunga, anzi lunghissima, quella del paese. Pitture rupestri neolitiche, vasi siculi, ceramiche greche e romane raccontano storie e tradizioni millenarie che si possono ricostruire nel ricchissimo Museo Archeologico del paese. A parlare di questo importante passato sono anche altri preziosi reperti disseminati nel tessuto urbano. Come le strutture ellenistico-romane, i mosaici, le terme e i ninfei, le necropoli e il complesso monumentale, sede degli Augustali (i sacerdoti che si dedicavano al culto dell’imperatore Augusto).

CALANCHI DELLA SICILIA
Calanchi

Di Enrico Saravalle

INFORMAZIONI:

http://www.centuripecittaimperiale.com

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