Tra scultura e poesia. L’arte per Giancarlo Sangregorio, uno dei più importanti rappresentanti della scultura del dopoguerra in Italia, non è una categoria, ma un “avvenimento”. Può trovare piena realizzazione solo all’insegna della libertà. La Fondazione, voluta dal viaggiatore intellettuale e curioso, dichiara, tra i propri scopi, di impegnarsi a “ sostenere il concetto di libertà e di identità nei giovani scultori “ cui viene anche attribuito il premio biennale Sangregorio.

L’arte è libertà tra scultura e poesia

Giovanissimo autodidatta, impara a scolpire nelle cave della Val d’Ossola. Dopo aver studiato al liceo Beccaria a Milano, entra nell’Accademia di Brera per frequentare i corsi di scultura tenuti da Marino Marini e da Giacomo Manzù. Anche quando, divenuto famoso, avrà a Parigi un proprio atelier, in lui persisterà l’umiltà dello scalpellino. L’arte di chi ha voluto rimanere sempre vicino allo spirito della cava.

TRA SCULTURA E POESIA
Fondazione Sangregorio

Materiali

Pietra, pietra e ancora pietra, anche ollare, marmo di Carrara, antico legno della Val d’Ossola spesso annerito, legno di thuja e di sequoia. Materiali che con il marmo “s’incuneano con precisa ferocia”, feltro, materia morbida che ricorda le suggestioni di sterminate steppe mongole, ceramica cotta nelle fornaci della Versilia. Durissimo caolino inglese trovato in fabbriche di isolatori elettrici e vetro raramente contemplato dagli scultori.  Importante elemento caratterizzante è la “leggerezza delle sculture percepite come sospese nel vuoto”. Soffuse da una luce che vuole ricreare le atmosfere “lattiginose della Lombardia”. La simbiosi con la natura è perfettamente percepita anche nel “Giardino di montagna”. Si tratta di un gruppo di opere in pietra ospitate all’esterno dell’antico oratorio di San Giulio a Druogno, in Val Vigezzo.

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Fondazione Sangregorio

Di casa in tutto il mondo tra scultura e poesia

Da un paese come l’Italia “dopato di cultura, tanta ne abbiamo”, vive a pieno l’altrove, tra proprie attività espositive e full immersions in realtà sconosciute. In Svezia a Stoccolma frequenta il fratello di cinque anni più giovane, sposato a una famosa giornalista conosciuta un uno dei loro soggiorni a Viareggio.  In Africa è coinvolto dalle arti primitive e in particolare dal mondo culturale delle maschere in Mali. Nella magnifica Oceania si avvicina ai lavori degli scultori della Nuova Guinea. Intorno agli anni  Settanta percorre le rotte della via della seta, attraverso il Kirghizistan e Uzbekistan, passando per Samarcanda e Bukara. Un viaggio avventuroso che lo porta ad approfondire la sua conoscenza della cultura dei popoli indoeuropei. Dai suoi lunghi soggiorni in giro nei vari continenti, porta con sé in Italia, mitici pezzi di storia che esporrà accanto a sculture dei più famosi artisti suoi contemporanei.

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Il buen ritiro

Alla fine degli anni cinquanta, fa edificare la propria modernissima dimora/laboratorio/studio a Cocquio sopra a Sesto Calende. Lo fa  nella vasta proprietà di quattro ettari boschivi acquistati nel Parco del Ticino, proprio in corrispondenza del capo meridionale del Lago al centro dell’anfiteatro morenico del Verbano. Parte del progetto si deve niente di meno che all’architetto finlandese Alvar Aalto.  “Selva oscura, sovrapposizione archeologica dei vari periodi,” diventerà la sede della Fondazione.  Altro “luogo del cuore” dello scultore, imprenditore di sé stesso e della propria arte, è Druogno in Val Vigezzo. Qui la famiglia si era rifugiata a seguito della distruzione del palazzo di proprietà colpito dai bombardamenti nel centro di Milano, in Corso Monforte. L’edificio che Sangregorio acquista a Druogno diverrà un frequentato centro studi.

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Tra scultura e poesia

Inafferrabile, lo scultore che “non sta nel suo genere”, scrive con gesti improvvisati, quasi violenti, come se scolpisse la pietra del linguaggio, con la perizia linguistica di chi forgia un sonetto. Le sue poesie appaiono forti come le sue sculture. L’affascinante background è raccolto e splendidamente curato da Davide Brullo nel libro “Migrazione dello sconosciuto”.

Per tutto l’anno 2025 si susseguono frequenti appuntamenti nel Nord Italia e in Svizzera con giri guidati tematici, visite esperienziali e incontri culturali. Ma anche concerti e spettacoli tenuti in tutti i luoghi legati in qualche modo alla vita artistica  dello scultore poeta. Il progetto è ideato e curato da Francesca Marcellini, Presidente Fondazione Sangregorio e da Lorella Giudici, Storico dell’arte che della Fondazione è Responsabile scientifico. Per gettare un ponte tra l’arte e la tecnologia è disponibile la fsg-app, un’affascinante app dai contenuti interattivi scaricabile gratuitamente. Permette l’accesso a dettagli storici e artistici delle opere, l’ascolto di contenuti audio di approfondimento e l’utilizzo di una mappa interattiva per orientarsi facilmente lungo il percorso.

Altro omaggio viene dalla storica associazione di bibliofili con sede nella Biblioteca Nazionale Braidense, i Cento Amici del Libro che a Sangregorio dedica il libro d’artista 2025, realizzato con stampa tipografica con caratteri mobili e cliché d’epoca dall’Archivio Tipografico di Torino. Alla presentazione alla stampa sono intervenuti, tra gli altri, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano e Angelo Crespi, Direttore Generale Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio e Biblioteca Braidense, grande amico ed estimatore di Giancarlo Sangregorio.

Mille e non più mille

Un catalogo ragionato delle sculture celebra degnamente il centenario della nascita. Il lungo lavoro di ricerca e archiviazione, curato da Elena Pontiggia per Skira, offre un panorama completo di opere di proprietà pubbliche e private sparse in tutto il mondo. Dalla Serbia alla Svizzera, dalla Germania a Israele, dalla Svezia all’Argentina, dagli Stati Uniti, al Messico e al Giappone. Alcune sculture appaiono inedite. Un’estesa bibliografia è fornita quale utile conclusione del volume ricco di ben 1000 immagini a colori e bianco e nero. Gli eventi hanno i patrocini di Regione Lombardia e del Comune di Milano, il sostegno di Fondazione Cariplo ed il coinvolgimento di istituzioni prestigiose, come Palazzo Citterio, Pinacoteca di Brera, Gallerie d’Italia, Museo della Permanente, MUSEC, MA*GA, Università degli Studi dell’Insubria e vari enti legati al territorio dove il mitico scultore ha operato.

di Maria Luisa Bonivento Roccoli Thurn

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INFORMAZIONI:

http:/www.fondazionesangregoriogiancarlo.it

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