Il Selous Game Reserve, iscritto alla lista del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO dal 1982, è la prima area protetta dell’Africa (1896), oltre a essere la più grande (con un’estensione superiore a quella della Svizzera). Situato nella Tanzania meridionale, il Selous è rimasto ed è riuscito a riconfermarsi uno dei più grandi e indisturbati ecosistemi africani, nonostante i feroci conflitti che videro le forze inglesi e tedesche scontrarsi durante la Prima guerra mondiale e lo spietato bracconaggio degli anni Settanta e Ottanta.
Il Selous vanta una fauna ricchissima non solo per varietà di specie, ma anche per quel che riguarda i numeri: l’area è abitata da una delle due più grandi popolazioni di elefanti del continente africano, da quasi la metà dei licaoni dell’Africa, da vasti branchi di bufali, ippopotami e da più leoni che in qualsiasi altra zona protetta del continente, come ha evidenziato l’autorevole rivista National Geographic già nell’agosto del 2013. Insomma, questo brillante gioiello della biodiversità esercita un ruolo assolutamente vitale.
Rob Ross, fotografo newyorkese che oggi abita nelle Rockies del Colorado, ha collezionato quasi centomila scatti, trascorrendo quattro anni della sua vita in questa riserva dall’ambiente difficile e severo. Oltre duecento tra le immagini scattate nell’estesissima area protetta, le più spettacolari e intrise dei vividi colori dell’Africa, sono confluite nel volume The Selous in Africa. A Long Way from Anywhere, edito da Officina Libraria.

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Il libro include non solo le foto con i tipi di fauna che abitualmente si ammirano sfogliando un testo sull’Africa selvaggia, ma anche immagini aeree e notturne, ritratti estremamente ravvicinati di predatori, insetti, piccole creature e paesaggi mozzafiato, che rendono The Selous in Africa. A Long Way from Anywhere l’ideale pendant fotografico agli scritti del grande naturalista Peter Matthissen, che al Selous dedicò trent’anni fa Sand Rivers, ormai ritenuto un classico, frutto della sua esperienza safari.
Di grande formato e stampato con particolare attenzione alla qualità delle riproduzioni, il volume con le foto d’autore è arricchito da sei tavole con apertura ad anta. Oltre alla forza delle immagini del fotografo newyorkese, spesso accompagnate da numerose citazioni tratte da Sand Rivers, completano il libro alcuni testi selezionati, come la storia del Selous di Rolf Baldus, un saggio di Walter Jubber sugli aspetti naturalistico-zoologici della riserva e uno scritto di Bryan Christy, direttore investigativo del National Geographic, sulle tragiche conseguenze del commercio illegale di avorio.

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Robert J. Ross, fotografo originario di New York diviso tra la sua città d’origine e Cape Town, ha passato gli ultimi dieci anni immortalando con i suoi scatti coloratissimi i momenti in Africa e in giro per il mondo. La sua volontà è quella di svelare l’unicità del quotidiano, abbattendo gli stereotipi, per evidenziare il colore e la struttura di posti comuni come un mercatino italiano, le spiagge di Hampton o luoghi esotici come la foresta vergine in Africa oppure la mano tesa di un lemure in Madagascar. I suoi lavori sono pubblicati su numerose riviste di viaggio e natura, tra cui National Geographic Adventure, National Geographic Traveler, Condé Nast Traveler, Getaway Magazine, Africa Geographic, Islands, Travel Africa. Rob si è impegnato in incarichi di fotografia per il World Wildlife Fund®, la Wildlife Conservation Society, il Global Fund for Children e per altre organizzazioni non governative per cui ha sentito che le sue immagini potevano fare la differenza.

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