E’ una delle formazioni teatrali più interessanti e dirompenti del panorama nazionale e nel 2016 hanno ricevuto il Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia diretta da Alex Rigola per i loro spettacoli “strumento di sensibilizzazione rispetto alla complessità della nostra società”. Artefici di un’invenzione linguistica che ha rivoluzionato la sintassi della scrittura scenica, fedeli a un’idea di teatro come specchio della realtà che, con ironia e cinismo, affetto e indignazione, muove dall’urgenza di interrogarsi sul presente per far emergere conflitti e tensioni, questa originale formazione è impegnata in una ricerca che fa dell’incontro e della relazione con l’altro e con il “diverso”, il baricentro del loro lavoro: sono i Babilonia Teatri, che sabato 20 gennaio (ore 21) saliranno sul palco del Teatro Astra di Vicenza con “PURGATORIO”, secondo capitolo della trilogia iniziata con “Inferno”. Uno spettacolo, di cui La Piccionaia è produttore esecutivo, e che inaugura la 4° edizione del progetto “Classico Contemporaneo”.
“PURGATORIO” è l’ultimo capitolo di una ricerca in cui la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza, senza essere mediata dalla finzione.
Un progetto che, come il precedente “Inferno”, è nato insieme a ZeroFavole, gruppo teatrale di Reggio Emilia impegnato nello studio delle pratiche teatrali in un’ottica di inclusione e valorizzazione delle differenze personali, per una sensibilizzazione sulle tematiche della marginalità. “Il laboratorio – spiegano Stefano Masotti e Sara Brambati di ZeroFavole, che hanno collaborato alla realizzazione dello spettacolo – è un progetto per giovani disabili e non, che opera al servizio della narrazione poetica verso un teatro stabile delle differenze”.
Lo spettacolo vede in scena Enrico Castellani – fondatore con Valeria Raimondi di Babilonia Teatri – insieme a Chiara Bersani e gli attori-non attori di ZeroFavole Daniele Balocchi, Maria Balzarelli, Carlo Trolli e Paolo Terenziani. Corpi diversi e lontani fra loro, che si incontrano sul palco per diventare metafora di un’umanità più larga: un’umanità che soffre e che ride, che gioca con Dante e con la sua Commedia in un continuo scivolare dalla verità alla finzione, senza mai svelare fino in fondo se quello a cui assistiamo è stato deciso o sfugge a qualsiasi controllo.
Ma lo spettacolo non mette in scena Dante – come tengono a far presente Enrico Castellan e Valeria Raimondi – ma ne sposa l’epica. Ci ricorda l’unicità di ogni vita e la sua grandezza. Di ogni vita che abita il palco mostra l’essenza per godere della sua necessaria irripetibilità. ‘Purgatorio’ è i nostri segreti e i nostri desideri. È un sacco da box che oscilla sopra le nostre teste, ricordandoci che la nostra parabola non è infinita: ogni attimo il tempo di oscillazione diventa sempre più breve, fino alla stasi. Alla pace”.
Così “PURGATORIO” colloca il teatro il suo ruolo di iniettore dialettico, capace di aprire squarci sul presente, e mettendo in moto dinamiche volte a creare uno sguardo critico su noi stessi. È un progetto teatrale focalizzato sul processo, dove al centro non vi è solo lo spettacolo come prodotto finale, ma anche capacità del teatro di innescare relazioni e di stimolare il bisogno di incontrare le differenze.
“Il teatro per noi è un mezzo di integrazione sociale – continuano Castellani e Raimondi – . Vogliamo raccontare il mondo di persone con diverse abilità esaltando le loro competenze, ma soprattutto facendo esplodere il loro bisogno di esserci, di esprimere con ironia e con gioia, la loro voglia di vita. E ‘Purgatorio’ vuole così dar voce alla loro necessità di raccontarsi e di trovare un posto nel mondo attraverso quel racconto. Allo stesso tempo risponde alla nostra necessità di conoscerli, di incontrarli, di guardarli e di vederli, al nostro bisogno di abbattere la paura, l’indifferenza e il tabù del diverso”. Così Babilonia Teatri mira a creare un ponte tra mondi che nella nostra società vivono separati l’uno dall’altro, per offrire opportunità espressive e comunicative che la dimensione teatrale ma, anche quella del nostro quotidiano, può rendere ancor più significativa , viva e dinamica .
Enrico Gusella