Il Teatro Toniolo di Mestre si è da tempo consolidato come una delle realtà dell’area nordestina più vivaci e interessanti. Per il numero di di spettacoli – prosa, danza, concerti – e per il numero di abbonati in costante aumento. Ecco, allora, il nuovo appuntamento con la Danza d’autore internazionale nell’ambito della XVIII edizione di IO SONO DANZA.
Sul palcoscenico del Toniolo la RIOULT DANCE NEW YORK con SERATA BACH, un omaggio appassionato alla musica del celebre compositore, con le coreografie di Pascal Rioult. Unica nel mondo della danza in quanto aderisce ad una tradizione «Classica» della Modern Dance, la compagnia Rioult Dance di New York è universalmente apprezzata per le sue esplorazioni audaci e immaginative delle grandi partiture di tutti i tempi. Si tratta di ardite esplorazioni di musiche classiche, per una bravura tecnica e dove l’espressività e la composizione coreutica diventano rappresentazione di una una prospettiva fresca e dinamica anche in relazione a temi musicali che sembrerebbero immortali.

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L’atleticità e la prodezza tecnica dei danzatori, uniti alla loro potenza di espressione, come registrato nel corso dello spettacolo, sono diventate le cifre stilistiche che il pubblico ha potuto apprezzare in un’intensa esperienza che ha posto in evidenza corpi, cuore e intelletto, ma anche un’aderenza e una simbiosi tra gesto e musica, tra identità e corporeità. Di certo, questa forza va ricondotta a qualcosa di specifico e singolare e questo stesso “segreto” del successo di Rioult, lo si può evincere dalla perfetta fusione tra fisicità “americana” e sensibilità “europea”, tale da risultare questa la rappresentazione di un autore diviso tra due continenti, e dove nella sua arte si fondono due patrie, due costumi della società e dell’ espressione creativo-musicale e drammaturgica.
Lo spettacolo si snoda attraverso una serie di coreografie composte da Rioult tra il 2008 e il 2015 e su alcune delle partiture più celebri di Johann Sebastian Bach.

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Nei “Quattro titoli” si ritrova la rigorosa struttura della musica barocca che incontra l’evanescenza e la modernità delle forme. Emblematico in tal senso , il titolo d’apertura, Views of the Fleeting World (Visioni di un mondo fugace, 2008) ispirato all’omonima serie di xilografie dell’artista ottocentesco giapponese Hiroshige su L’arte della fuga. Un brano meditativo diviso in nove parti (ensemble e passi a due) in cui i corpi dei danzatori diventano il contrappunto allo spazio rarefatto, alle proiezioni video che scorrono, quasi impercettibilmente, sul fondale. Ed ogni momento della composizione artistica riflette la profondità delle emozioni che emergono dalla contemplazione degli elementi della natura, quasi un ‘religioso ascolto’ del respiro del cosmo, dei riferimenti a una storia e ad una narrazione. Diversa è invece l’ atmosfera per City, con un quartetto ambientato tra grattacieli di un’ immaginaria città, che non manca però di risultare anche identitaria.

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Volutamente realistica la scena, come gli abiti casual indossati dai danzatori, per rimandare alla frenesia del vivere urbano incalzante come la Sonata n. 6 per violino e pianoforte di Bach. A seguire è Polymorphous, che si sviluppa su una selezione di Preludi e Fughe da Il Clavicembalo ben temperato. A chiudere il quadro dello spettacolo è Celestial Tides (Maree celesti) scandito sui tre tempi, Allegro, Adagio, Allegro, del Concerto Brandeburghese n.6, per un flusso emotivo e di forme che rende leggibile la musica nella sua serrata forza contrappuntistica, e che poca tregua concede all’ascoltatore. Magniloquenza espressiva, soprattutto del quartetto centrale sull’Adagio con le viole da braccio concertanti, su cui la mente dello spettatore indugia a lungo, per immergersi in forme e suoni esilaranti e coinvolgenti.

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INFO:

martedì 15 marzo ore 21
www.teatrotoniolo.info
www.arteven.it

Enrico Gusella