Restauri a Milano. Grande festa nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco Milanese per la presentazione a esperti e giornalisti della poderosa cornice della Pala Trivulzio. Appena uscita dalle mani dei restauratori Luca Quartana e Antonella Ortelli dello Studio Quartana Restauri di Milano, che tra il 2023 e il 2025 hanno recuperato, restaurato e ricomposto la famosa cornice storica. Anche se non l’antica originale, perduta nella notte dei tempi.

Hanno partecipato all’evento numerosi artisti e personalità, in diversi modi coinvolti nell’impresa. Francesca Tasso, Direttrice dell’Area Musei del Castello, Musei Archeologici e Museo del Risorgimento, dopo aver svolto la particolareggiata presentazione dei restauri, ha condotto in anteprima gli ospiti al cospetto del mastodontico manufatto dalla storia misteriosa, illustrandone il fascino.

La Pala Trivulzio nella Sala della Cancelleria del Castello Sforzesco, 1936

Restauri a Milano, la cornice della Pala Trivulzio ritrova il suo aspetto originale

“Ci aspettiamo anni sfidanti per il Castello, in un rapporto virtuoso tra pubblico e privato”, ha dichiarato Tommaso Sacchi, giovane assessore alla Cultura del Comune di Milano. Che ha anche illustrato le varie fasi e modalità di “ricongiungimento” del dipinto con la sua cornice.

“La Pala del Trivulzio – ha dichiarato Tommaso Sacchi – ritrova finalmente il suo aspetto originale, valorizzato dalla sua storica cornice che, dopo un restauro e un recupero importanti, restituiamo alla città e ai tanti visitatori del Castello Sforzesco”.

“Un’operazione importante e decisiva – ha concluso Sacchi – per dare il giusto risalto a questo capolavoro di Mantegna. Tutto è stato possibile grazie alla professionalità dei nostri uffici, all’impegno e collaborazione con l’Associazione Sala delle Asse, che da sempre ha a cuore il Castello Sforzesco e i suoi tesori, e alla generosità della famiglia Bormioli”.

RESTAURI A MILANO
La Pala Trivulzio con la sua cornice storica restaurata

Associazioni culturali in campo

L’inaugurazione ha dato anche l’opportunità di presentare alla stampa il volume a cura di Raffaele Casciaro “25 anni di Sala delle Asse”, cronistoria della vita dell’Associazione culturale senza scopo di lucro, con sede nel Castello Sforzesco.

Il “restauro eroico della cornice”, per cui l’associazione è stata elemento catalizzante, si è rivelato un’operazione di grande valore museologico. I trecento soci promuovono iniziative didattiche e giornate di studio con particolare attenzione alle arti decorative.

In un quarto di secolo molti sono stati i restauri e le donazioni realizzate attraverso viaggi a sfondo culturale, organizzati da e per i soci, che hanno potuto approfondire le proprie competenze in materia di conservazione e restauro. Poi raccogliere fondi e valorizzare luoghi e comunità locali attraverso itinerari inediti, incontri con curatori e coinvolgimento con il mondo degli addetti ai lavori.

Se l’ambito di opere restaurate abbraccia Roma, Lecce e le regioni dell’Appennino Centrale colpite dai terremoti, il gruppo più nutrito, con sculture lignee, tessuti, oreficeria, ceramiche e strumenti musicali appartiene al Castello Sforzesco e ai Musei Civici di Milano, con particolare riguardo a riscoprire opere “non attenzionate”, cioè non sotto i riflettori. 

RESTAURI A MILANO
Copertina del libro

Grandi restauri a Milano, Pala Trivulzio entra a far parte del privato

La Madonna con il Bambino tra Santi e Angeli”, tempera magra su tela di Andrea  Mantegna, apprezzata dal Vasari in entrambe le edizioni delle Vite (1550 e 1568), era stata commissionata dai monaci di Monte Oliveto al già famoso pittore della Corte mantovana dei Gonzaga intorno al 1496.

Costituiva originariamente la Pala dell’altar maggiore della Chiesa di Santa Maria in Organo a Verona. Dipinto di grandi dimensioni, quasi tre metri di altezza, come altri del genere, richiedeva e richiede di essere visto dal basso, proprio per le sue caratteristiche prospettiche.

In prosieguo di tempo, la Pala, non più oggetto di pubblica venerazione in chiesa, attraverso vie ancora oscure e non pienamente esplorate e tanto meno documentate, entrò a far parte della dimensione collezionistica privata.

Forse stoccata insieme ad altre tavole di fine Quattrocento in uno spazio di servizio di pertinenza del monastero, potrebbe essere stata vista da un ignoto tramite che l’avrebbe segnalata ai collezionisti milanesi. Comunque è solo a fine Settecento che appaiono le prime documentazioni della sua presenza in casa Trivulzio.

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Pala Trivulzio – Mantegna – Alinari

Restauri a Milano, La Madonna col Bambino collocata all’interno del Castello Sforzesco

Un secolo dopo, nell’ambito dell’Eclettismo milanese, i cui maestri reimpiegavano frammenti di varie provenienze non solo in architettura, ma anche in giardini e arredi, la Pala acquisì la famosa cornice.

Una “grande macchina lignea” frutto di assemblaggio di pezzi di varie epoche operato da un estroso collaboratore del Marchese Gian Giacomo Trivulzio.

Si potrebbe ipotizzare si tratti di Emilio Alemagna, molto conosciuto all’epoca. La data potrebbe essere il 1872, anno del prestito della pala all’Esposizione di Brera. Elemento più antico della cornice appare, comunque, la Cimasa, parte apicale con decori intagliati che rimandano alla fine del XVI secolo.

Definita da Luca Tosi “elemento spumeggiante”, fu fatta dialogare, attraverso le paraste caratterizzate da volute fogliate dorate collocabili tra il XVII e il XVIII secolo, con la base, più recente, dominata da un cartiglio in latino. Una sorta di didascalia museale indicante i riferimenti anagrafici del Mantegna.

Dal 1935, quale parte della collezione Trivulzio, insieme alla vasta biblioteca, al ciclo di Arazzi dei Mesi, alla raccolta di avori e di altri dipinti, la Madonna con il Bambino del Mantegna, dotata dell’imponente cornice, fu acquisita dal Comune di Milano e trovò nuova collocazione all’interno degli spazi del Castello Sforzesco.

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Base con il Cartiglio della cornice storica

Per i restauri necessario l’intervento di diverse professionalità altamente specializzate

Finita la Seconda Guerra  Mondiale, la cornice di ben cinque metri d’altezza fu considerata elemento secondario, proprio perché caratterizzata da un finto sistema architettonico con paraste e plinti iperdecorati, realizzati grazie a carpenteria finemente scolpita e intagliata.

Al pari di altre cornici ritenute non più consoni perché non coeve ai dipinti, fu rimossa e rimpiazzata da un’incorniciatura minimalista, “un listellino in legno e basamento in metallo”.

Questa innovazione fu ideata dal prestigioso Studio di Architettura BBPR, composto dagli architetti Banfi, Barbiano di Belgioioso, Peressutti e Rogers. Lo stesso che realizzò la Torre Velasca, in linea con il gusto purista in auge al tempo, definito anche “brutalista”.

Pala Trivulzio nell’allestimento BBPR 1956

La cornice restituita alla Pinacoteca

Smontata in vari pezzi dalle dimensioni importanti, fu dapprima lasciata all’aperto negli spalti del Castello, poi ricoverata in vari luoghi di risulta, ammassata con altre in luoghi impropri, non certo climatizzati, e infine dimenticata.

Una decina di anni fa è stata fortunosamente riconosciuta e localizzata dall’allora Conservatrice della Pinacoteca Laura Basso, attraverso fotografie scattate da Luciana Girolami. Solo nel 2023 il curatore Luca Tosi è riuscito ad avviare, con l’entusiasmo che lo contraddistingue, il recupero e il restauro dell’insolita a cornice di dimensioni gigantesche, ben cinque metri d’altezza!

Grazie alla documentazione fotografica, si è riusciti a procedere al restauro, che ha richiesto l’intervento di diverse professionalità altamente specializzate. Con un lavoro certosino si è proceduto ad una prima pulitura con rimozione di sporcizia e vernici posticce, a una seconda pulitura e infine all’intervento sulle dorature a missione. Tra gli sponsor, o ancora meglio mecenati, Renée Bormioli in ricordo dei genitori (Luigi e Maria Antonietta Bormioli), la Fondazione Cariplo e Pilot Italia .

“Crediamo che un’impresa debba avere un ruolo sociale che vada oltre la produzione e il profitto – ha dichiarato Andrea Vimercati, consigliere delegato Pilot Italia”, secondo cui investire nella cultura significa investire nel futuro della collettività.

testo di Maria Luisa Bonivento Rocculi Thurn

intervento sulle dorature

INFORMAZIONI:

https://art-toujours.com

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