PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. Apre dal 7 settembre al 4 novembre 2019, nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, la mostra “PORTFOLIO – Genealogies. Kevin Clarke, Jiny Lan, Bernd Reiter “. Curata da Manfred Möller (Minerva Edition), comprenderà opere grafiche, dipinti, fotografiche e un’installazione di tre artisti. Ognuno di loro, a suo modo, è legato alla Germania e alla cultura tedesca. Originari di diversi continenti con differenti background culturali alle spalle, ma il cui focus artistico è accomunato dal valore genetico-istintivo dell’arte.
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. In mostra Kevin Clarke, Jiny Lan e Bernd Reiter
Il titolo della mostra “PORTFOLIO Genealogies. Kevin Clarke, Jiny Lan, Bernd Reiter” è stato scelto poiché tutti e tre gli artisti affrontano un campo concettuale polisemico. I “DNA Portraits” di Kevin Clarke sono basati sull’interpretazione scientifica del termine. Infatti l’artista-fotografo combina l’impronta genetica di personalità viventi e/o storiche, costituita da una sequenza di lettere in composizioni grafiche metaforiche. Questa lettura può essere a buon titolo classificata come ‘genealogica’. Il nostro materiale genetico contiene importanti informazioni che condividiamo non solo con i nostri antenati più vicini ma con moltissimi altri esseri umani. In fondo, sembra ribadire l’arte in mostra alla Biblioteca Marciana, l’unicità di ogni singolo essere umano risiede in pochi cromosomi.
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. Anche i dipinti di Jiny Lan, eseguiti in tecnica mista su tela, si confrontano con la genealogia in modo affascinante. L’artista, nei suoi ritratti “Painter princes”, allo stesso modo, ad esempio, di Jörg Immendorff o Georg Baselitz, affronta il termine “arte” in senso ‘storico’. Procedendo per accumulazione di lavoro in lavoro, costruendo una sequenza completa di piccoli frammenti si completa un qualcosa che assomiglia a un filamento a doppia elica di DNA. Una posizione a sé stante merita l’installazione di Bernd Reiter: sette banchi da chiesa e 40 monitor “(fintamente) sacri” con cui affronta una genealogia di moralità nella storia del pensiero della Chiesa Cattolica.
Kevin Clarke, newyorkese poliedrico
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. Nato a Brooklyn e cresciuto in un’area periferica di New York, Kevin Clarke (1953- Brooklyn, Stati Uniti) visita i parenti nelle Isole Barbados nel 1969, tre anni dopo l’indipendenza britannica. Qui ha il primo e fulminnate incontro con il mondo della fotografia. Frequenta la Cooper Union for the Advancement of Science and Art e viene assunto da una coppia di scultori per mantenersi gli studi all’accademia. Decide di specializzarsi proprio in scultura, laureandosi nel 1976. Resosi conto della vastità dei campi dell’arte, diventa un grande sperimentatore, appassionandosi sempre più anche ai suoi aspetti grafici e teconologici. Rimane sempre ben chiara in lui l’unione tra l’arte e la scienza, specialmente la brance che si occupa di evoluzione, geni, cromosomi ed ereditarietà genetica.
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. Arte da laboratorio
Nonostante la grande diversità della vita sulla Terra, tutte le specie viventi, dai semplici batteri agli esseri umani, utilizzano lo stesso codice genetico. Consiste in quattro unità chimiche di DNA, talvolta chiamate basi azotate o nucloetidi, spesso rappresentati dalle lettere A, C, G, T (Adenina, Citosina, Guanina e Timina). La sequenza di queste particelle determina il tipo di proteina che la cellula sintetizzerà.
“La persona che devo ritrarre prenota prima un semplice appuntamento, per permettermi di conoscerla meglio. Cerco di indagare, ma mai in maniera troppo indiscreta o personale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non pongo domande sull’anamnesi familiare ereditaria della persona che ho davanti. La mia necessità primaria è quella di capire che tipo di cliente ha richiesto i miei servizi. Ciò accade in maniera quasi irrazionale, attraverso delle reazioni chimiche che noi chiamiamo sentimenti. Dopo un numero sufficiente di incontri, ho bisogno di un campione buccale (un semplice cotton-fioc strofinato sulla guancia) e di qualche capello con la radice ancora attaccata. Successivamente spedisco tutto al laboratorio per un’analisi. Garantiso che la privacy di ogni mio cliente è assicurata al 100%.” Queste le parole di Kevin Clarke.
Le sequenze di DNA sono poi riprodotte graficamente con l’ausilio di un software che l’artista stesso ha aiutato a sviluppare. Clarke crea poi un’immagine fotografica, combinata alle lettere della sequenza di basi azotate. Talvolta l’immagine è un paesaggio, un oggetto, un collage di elementi o di temi. Questo crea l’immagine originale, una sorta di negativo, su pellicola o su file digitale, che viene poi ingrandito, modificato e stampato.
Jiny Lan e il femminismo genetico
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. In un’intervista recentemente rilasciata al New York Times, l’artista Jiny Lan (1970- Xiuyan, Repubblica Popolare Cinese) parla dei temi cari alla sua sensibilità artistica. Il femminismo, la parità di genere, l’abuso sessuale (anche a danno dei minori) e la politica del figlio unico adottata nel secolo scorso in Cina. A detta dell’artista, quest’ultima costituisce una mentalità ancora radicata tra il ceto medio-basso della popolazione. Jiny Lan porta alla luce la drammaticità del nascere bambina, donna e femmina in una Cina che nasconde i propri sentimenti sotto una patina di perbenismo sociale. La mostra Bad Girls (Cattive Ragazze) e il suo proseguimento, Bad Girls: a Door (Cattive Ragazze: una Porta), trattano di un femminismo pesante, torbido, indagatore, che non ha paura di mettere in risalto tutte le debolezze di un sisitema marcio alle radici.
Nel puro spirito della mostra presso la Biblioteca Marciana, “PORTFOLIO – Genealogies. Kevin Clarke, Jiny Lan, Bernd Reiter”, la caoticità delle scene e dei personaggi sulla tela fanno pensare a una storia fatta di DNA. La nascita, il proprio sesso, la crescita e la morte sono, infatti, indissolubilmente legati al nostro patrimonio genetico e a quello dei nostri genitori.
La violenza e l’abuso nell’arte
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. “La pesantezza che vivivamo ogni giorno viene dalle esperienze che numerose donne hanno deciso di seppelire in fondo al proprio cuore. Molte sono state vittime di abusi sessuali. Tuttavia, se si scava a fondo, questo dolore sepolto emerge in maniera prorompente. Parlare di questi fatti agghiaccianti è mia responsabilità e la missione della mia arte” afferma Jiny Lan. “E’ un altro grande problema emergente al giorno d’oggi” dice della violenza sui minori e sulla pedofilia. Alcune delle sue opere più famose trattano proprio questi temi, usando colori cangianti, soggetti sproporzionati, un uso teatrale delle luci, dei tagli fotografici e, infine della prospettiva dell’osservatore.
Uno dei soggetti più ricorrenti nella sua produzione artistica è la figura dell’agente di polizia. “Rappresenta la dittatura. Anche le persone che indossano uniformi infrangono la legge. Anche loro violentano i bambini.” Rappresentano i guardiani di cui ci sarebbe bisogno ma che, molto spesso, vengono a mancare. La storia si ripete: l’omertà è alle fondamenta anche delle istituzioni più autorevoli e che più dovrebbero elevare l’integrità morale.
Quest’arte cruda, fatta di violazioni inspiegabili, ha la sua massima potenza quando espressa attraverso la nudità. Con ciò non si intende una pornografia indecente e gratuita, ma la visione di un mondo in cui l’intimità è condannata da una società puritana e ignorante. Così, Jiny Lan illustra le differenze del corpo maschile e di quello femminile studiandone l’anatomia con occhio critico e cinico. Il risultato è di una potenza visiva incredibile.
Bernd Reiter: installazioni tridimensionali
PORTFOLIO Genealogies nella Biblioteca Marciana di Venezia. “La mia arte è intensa, è il vivere stesso!”
L’arte è un rapporto estetico tra la costruzione la vita in generale. L’architettura e l’arte della costruzione hanno sempre caratterizzato Bernd Reiter (1948- Colonia, Germania), i suoi lavori e la sua eredità intelletuale. Egli non è solo un businessman, un grafico, un provocatore e un positivista. E’ sempre stato un editore e un culture dell’idea che la grandezza dell’arte sia direttamente proporzionale alla sua dimensione fisica e al suo impatto visivo sullo spettatore. Le mostre curate da Reiter, affiancato da numerosi artisti di fama mondiale, hanno generato scalpore e ammirazione nel panorama artistico internazionale.
Nel 1987, infatti, Reiter fondò una lega di artisti, con l’obiettivo di presentare la visual art a un pubblico sempre più folto, per promuovere gli sviluppi dell’arte e per evidenziarne la coscienza sociale contemporanea. Negli ultimi trent’anni, la lega ha supportato le creazioni di artisti emergenti, innovativi e giovani, alla ricerca della perfetta commistione tra la creazione tridimensionale, il campo della scultura e quello delle installazioni spaziali. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale e viene sfruttata quasi paradossalmente. Da un lato essa è indispensaabile per la progettazione dell’opera stessa ma, dall’altro, questa viene denunciata in quanto strumento che irretisce la società.
testo di Emma Dalla Libera
INFORMAZIONI:
http://marciana.venezia.sbn.it/
http://www.jinylan.com/index.php
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