Orto botanico a Palermo. Ventidue kermesse tra piante esotiche, fiori, arbusti, cespugli odorosi a deliziare gli amanti entusiasti dei giardini, che all’Orto botanico di Palermo si danno appuntamento. Questa è Zagara, la mostra mercato che si tiene ogni anno in due edizioni, a primavera e in autunno inoltrato.
Appena chiusi i cancelli della Zagara di Primavera, l’Orto di Palermo mostra ancora con orgoglio ai visitatori l’omaggio floreale per l’Ucraina martoriata dalla guerra. Un prato giallo e blu per la pace realizzato con l’Oxalis acetosella e i fiori di Limonium. Il tutto con la collaborazione dei fioristi palermitani che hanno partecipato all’evento della Zagara.
“Volevo iniziare questa primavera, che ha anche un significato politico – ha spiegato il direttore della rete museale dell’Università di Palermo, prof. Paolo Inglese – con un messaggio di pace e di rinascita, che la natura è capace di dare, utilizzando i nostri prati dell’Orto botanico”.
12 mila specie vegetali nell’Orto botanico a Palermo
Goethe veniva qui, all’ombra del verde tropicale della Villa Giulia e dell’Orto botanico, a pochi passi dal mare del porto della Cala. Qui traeva ispirazione durante la stesura del suo Parsifal. Ed è ancora oggi una sensazione di grande bellezza passeggiare tra i viali alberati in quest’orto cittadino tra i più antichi in Italia. Fondato nel 1879 dal frate botanico padre Bernardino da Ucria.
I botanici stimano che qui siano conservate 12 mila specie vegetali. Insomma un vero museo vivente a cielo aperto. Quello del capoluogo siciliano è diventato nei secoli uno dei giardini botanici specializzati nell’acclimatazione di piante tropicali tra i più importante in Europa.
La grande serra Carolina in ghisa, riproduzione dell’originale, porta il nome della regina Maria Carolina. A fine 800 la donò alla città di Palermo, facendola trasportare nell’isola da Vienna, cui era in origine destinata, smontata in cento casse. Davanti alla serra, induce alla tranquillità anche la fontana con la statua di Paride pensoso. Nei pressi, in una cornice di bambù e piante legate al mondo acquatico, si apre la splendida vasca, l’Acquarium. Proprio qui ventiquattro comparti raccolgono moltissime ninfee dalle fioriture rosse, gialle e azzurre che ben resistono ai caldi estivi. Da qui si raggiunge tra vialetti la collina mediterranea con le specie tipiche.
Orto botanico a Palermo, dalle piante grasse alle oltre 80 specie di palme
Tra le collezioni più attraenti per il grande pubblico forse si trovano quelle delle cactacee e succulente, note come piante grasse. Provenienti da ambienti aridi come i deserti della California, Messico e Arizona, le cactacee dell’Orto si trovano in serra o piena terra. Molto adatte ai climi mediterranei, infatti, in Sicilia si sono naturalizzate sino a caratterizzarne il paesaggio agricolo. È il caso del ficodindia dai noti frutti succosi, così come delle agavi dal carnoso fiore a grappolo. E ancora dell’aloe, le cui foglie si raccolgono per farne prodotti omeopatici.
Tra i viali alberati con specie rarissime e monumentali, spiccano anche i giganteschi ficus magnolioides, le auracarie, le grandi Dracenae draco, le kentie. E ancora le oltre ottanta specie di palme, un record presente nell’Orto palermitano.
Splendido è in primavera il viale di ceiba speciosa, ovvero l’albero bottiglia. Con i suoi tronchi spinosi, è frutto dell’adattamento all’ambiente, campione di resilienza e simbiosi vegetale.
Da quest’anno inoltre, tra le serre piccole aperte al pubblico, accanto a un giardino di piante aromatiche, è stata anche ripiantata la Vigna del Gallo. Si tratta di un vero vigneto urbano produttivo che raccoglie tutte le varietà di uva siciliana.
Visite guidate e mostre permanenti all’Orto botanico a Palermo
L’Orto, oggi inserito nella rete dei musei dell’Università degli Studi, è un punto di riferimento per gli appassionati di piante e giardinaggio. Ma anche per appuntamenti culturali e artistici legati al mondo vegetale.
Sempre più attivo, si apre alla città e ai turisti, grazie anche a iniziative come visite guidate per adulti e bambini. E ancora laboratori d’animazione sui temi della natura, a cura della società CoopCulture, che cura la biglietteria. In estate, oltre a visite serali, spesso il piazzale ospita concerti ed eventi.
Sorprende l’architettura e la bellezza austera dell’ambiente centrale del Gymnasium. Tra le prime cattedre di botanica d’Italia, con la scalinata sormontata dai due leoni in stile neoclassico. Quattro statue dedicate alle stagioni decorano il frontone che si apre sul grande piazzale. Le colonne, le aule laterali, decorate da bassorilievi, il calidarium e tepidarium. Così come le serre grandi e piccole portano la firma dell’architetto francese Leon Dufourny.
Tra le vetrine ottocentesche del Gymnasium si organizzano mostre ed eventi. Inoltre si riaprono di anno in anno le antiche aule per destinarle a biblioteche e sale di lavoro.
La sala espositiva dedicata al direttore Vincenzo Tineo, oltre le aiuole accanto all’ingresso, ospita una mostra permanente. E’ dedicata agli acquarelli botanici delle specie mediterranee rinvenute attorno ai tempi greci di Sicilia. Un originale omaggio ai viaggiatori del Gran Tour nell’isola, firmato da Mary Taylor Simeti dal titolo “The Garlands of the Golds”.
“Naufragio” di Tiziana Cera Rosco
Nell’Orto di Palermo, stregata dalla sua magica atmosfera, si è rifugiata per lavorare in questi tempi di pandemia un’artista davvero speciale. Nella Casa del Papiro, accanto alla grande vasca circolare, Tiziana Cera Rosco lavora orami da mesi all’ istallazione “Naufragio”. Durante le giornate la si può incontrare per i viali più nascosti dell’immenso giardino. L’artista raccoglie, per poi lavorare e riutilizzare, alghe, foglie, spine, legni, fiori e tutto quello che di vegetale andrebbe distrutto.
“L’artista deve essere sempre pronto, recettivo sia quando le cose compaiono in maniera fulminante, sia quando sembrano sparire nell’indistinto”. Spiega Tiziana Cera Rosco. “È questo il senso di “Naufragio”. Un lavoro fatto con lenzuola che simboleggiano le pagine che hanno cercato di raccogliere l’acqua di questa perdita inabissante, macchiate da un inchiostro senza parole, che pesa su tutti i gesti quotidiani, da quando ti svegli, a quando mangi a quando dormi”.
L’artista, che è anche una poetessa, da sempre lavora tenendo alto il valore linguaggio. La sua mostra “Erbario dell’Emersione”, visitabile da aprile 2022, è una paziente riflessione sull’immagine in 490 pezzi, usando un materiale che altrimenti andrebbe perduto. Le alghe ad esempio emerse proprio da quell’acqua che sembrava aver inghiottito qualcosa di irrecuperabile e che invece fa emergere immagini nuove. A dimostrazione che nell’orto non esiste morte, ma la trasformazione del linguaggio e della vita.
Dai peperoncini alle orchidee nell’Orto botanico a Palermo
“Questa Zagara di Primavera – afferma il direttore e botanico Rosario Schicchi – è stata una vera festa di colori. Ma non meno entusiasmante sarà l’edizione d’autunno che ci attende, grazie al clima caldo della città di Palermo. Non è caso che gli arabi l’avessero soprannominata Aziz la splendida, proprio per il clima, i giardini, gli agrumeti, gli orti e le fonti d’acqua”.
L’edizione precedente era dedicata, in omaggio alla biodiversità vegetale, ai peperoncini. Nonché alla loro distribuzione geografica in tutto il mondo, con un’esposizione di centinaia di esemplari.
Il tema di questa primavera ha interessato invece le orchidee e i suoi ibridi. Sia quelle spontanee che crescono nei boschi delle nostre aree montane protette, ma anche quelle coltivate qui, nelle serre dell’Orto botanico.
Un mondo affascinante quello delle angiosperme, tra le famiglie più evolute in natura tra le cosiddette piante a fiore. L’esposizione è stata l’occasione per spiegare al pubblico le strategie di riproduzione e il meccanismo dell’impollinazione, che coinvolge anche gli insetti. I visitatori hanno potuto ammirare forme, colori e ambienti di crescita, ma anche prendere consapevolezza di quanto questa specie abbia bisogno di protezione. Soprattutto quelle a rischio di estinzione che crescono spontaneamente sui territori montani. Alcune orchidee, infatti, presentano già aree di distribuzione molto esigue nei nostri parchi.
Il compito di un orto botanico è anche quello di continuare a educare. Non soltanto i giovani, al rispetto per la natura, svelandone i molti segreti.