LEONARDO DA VINCI MILANO: SCRITTURA ALLO SPECCHIO
“Una scrittura allo specchio” è il titolo della mostra allestita nella sala del Tesoro del Castello Sforzesco a Milano, non a caso nei luoghi frequentati da Leonardo da Vinci Milano dal 1482 al 1499, durante il suo primo lungo soggiorno milanese. Si tratta di una mostra/indagine svolta all’insegna della concretezza storica e della presenza fisica del genio nella città.
Leonardo da Vinci Milano allo specchio
Il sottotitolo che anticipa arcane rivelazioni “I segreti della mano sinistra di Leonardo” è in realtà un gioco di parole con l’immaginario collettivo. Si riferisce insieme alla nota specularità della scrittura leonardesca e allo specchio quale oggetto in grado di riflettere la poliedrica personalità dell’artista-scienziato inventore, indagata attraverso l’analisi della sua scrittura, al di là di miti e luoghi comuni, divenuti parte integrante della tradizione.
I segreti non si rivelano quali contenuti magici, esoterici e comunque misteriosi, della mitografia leonardesca, ma si riferiscono a elementi grafici più propriamente nascosti nei documenti originali, che, una volta resi comprensibili, rappresentano una via utile per raggiungere una più approfondita conoscenza della cultura di Leonardo.
Esposto il “Libretto di Appunti” autografo di Leonardo da Vinci Milano
Inoltre in esposizione è il Libretto di appunti autografo di Leonardo contrassegnato con il numero 2162 nel Codice Trivulziano in dialogo con una delle importanti testimonianze della scrittura destrorsa del genio vinciano, contenuta nel Codice Atlantico, f. 170r, concesso in prestito per l’eccezionale occasione dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Nel percorso espositivo ci si confronta con attestazioni grafiche coeve, quali quelle contenute nella sezione dedicata alle scritture professionali e di bottega come la “mercantesca” o in quella dove si tratta delle scritture così dette “umanistiche” perché utilizzate nella ricca produzione libraria destinata alle corti. Altro spazio è dedicato ai documenti della standardizzazione cinquecentesca delle scritture tardomedievali e umanistiche, antichi manuali di scrittura xilografici provenienti dalla Trivulziana o dalla preziosa Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” che ha sede, appunto, nel Castello.
La mostra utilizza un linguaggio attentamente semplificato
Per di più si passa dal documento leonardesco, matita e inchiostro su tracce di punta metallica su carta preparata in azzurro, che mostra una grossa macina mossa da un pendolo lungo 30 bracci e caricato con 20.000 libre, all’elenco dei priori fiorentini dal 1282 al 1508 in inchiostro bruno e rosso su carta, dal “Quaderno di ricordi”, inchiostro bruno su carta di Bartolomeo Rinuccini, al “Trattatello in laude di Dante”, inchiostro bruno su carta di Giovanni Boccaccio, fino al “Canzoniere per Beatrice d’Este”, inchiostro argento e oro su pergamena purpurea di Gaspare Visconti, poeta e letterato apprezzato nella corte di Ludovico il Moro.
Inoltre, la mostra, fondata su basi rigorosamente scientifiche, non è dedicata ad una élite culturale. Si rivolge al grande pubblico e al visitatore non specialista. Per fare questo utilizza sia un linguaggio attentamente semplificato che una sapiente tecnologia digitale.
Largo ad una suggestiva scenografia
Oltre a questo, ottimizzando l’allestimento permanente della Sala del Tesoro, opera dell’architetto Michele De Lucchi, si dà largo spazio ad una suggestiva scenografia. Infatti, frutto dell’era digitale, comprende anche due postazioni multimediali. Queste permettono di sfogliare virtualmente il Codice Trivulziano. In un formato digitale ad altissima definizione è stato già realizzato nel 2015 grazie alla Bank of America Merrill Lynch.
In realtà, come ha rilevato Claudio Salsi, Direttore dell’Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, nel suo discorso alla stampa, “Le testimonianze presentate, riguardanti l’indagine del genio di Leonardo attraverso la scrittura, sono opportunità per approfondire vari argomenti”. La mostra fa, infatti, parte di una programmazione molto sofisticata che ha posto al centro dei propri ambiti di indagine le scoperte nella Sala delle Asse.
Studi che vengono esemplificati in mostre che a loro volta diventano occasione di nuovi studi. Un’energia che, nutrita di curiosità e di orgoglio per il proprio passato culturale, è in continuo divenire.
testo e foto di Maria Luisa Bonivento
INFO:
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