Il Viaggiatore Magazine - Teatro La Fenice di Venezia ( foto di Michele Crosera)

Il Viaggiatore Magazine – Teatro La Fenice di Venezia ( foto di Michele Crosera)

A Venezia, ad oltre sessant’anni dalla sua ultima rappresentazione, torna al Teatro La Fenice questa sera 27 maggio e fino al 4 giugno 2016, alle ore 19,00, L’amico Fritz” di Pietro Mascagni. Si tratta di un’importantissima commedia lirica firmata dal compositore livornese, assente dalle scene veneziane dal 1955, che sarà riproposta in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice con la regia di Simona Marchini, le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Carlos Tieppo e le luci di Fabio Barettin, e con Fabrizio Maria Carminati alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice (maestro del Coro Claudio Marino Moretti).

La compagnia di canto impegnata nella nuova produzione vedrà il soprano Carmela Remigio – vincitrice del Premio Abbiati 2016 – nel ruolo di Suzel e il tenore Alessandro Scotto di Luzio in quello di Frizt Kobus; Teresa Iervolino sarà lo zingaro Beppe, Elia Fabbian il rabbino David, William Corrò interpreterà Hanezò, Anna Bordignon incarnerà Caterina.
Dopo il verismo focoso e passionale di Cavalleria rusticana, Mascagni sentì il bisogno di rappresentare una situazione più intima. Nacque così L’amico Fritz, commedia lirica in tre atti su libretto di P. Suardon (pseudonimo di Nicola Daspuro) tratto dalla commedia francese L’ami Fritz del 1876 della coppia Émile Erckmann e Alexandre Chatrian. Andò in scena in prima assoluta il 31 ottobre 1891 al Teatro Costanzi di Roma con Rodolfo Ferrari sul podio e un cast eccellente composto da Fernando De Lucia (Fritz), Emma Calvé (Suzel), Paul Lhérie (David) e Ortensia Synnerberg (Beppe). Il successo fu clamoroso, trentadue chiamate all’autore, e sette bis concessi, ma ciò non basterà a sollevare la partitura da un destino di critica altalenante.

Il Viaggiatore Magazine Scenografia de "L'amico Fritz" (foto di Michele Crosera)

Il Viaggiatore Magazine Scenografia de “L’amico Fritz” (foto di Michele Crosera)

Ambientata in una piccola comunità ebraica dell’Alsazia, la vicenda dell’Amico Fritz racconta dell’amore sbocciato tra il ricco benefattore Fritz, scapolo irriducibile, e la dolce Suzel, figlia di un suo fittavolo: si tratta di un linguaggio di puri sentimenti, con personaggi scolpiti nella più ingenua semplicità, intenti a vivere i loro quotidiani rapporti nel segno dell’onestà, dell’amicizia e dell’armonia. Infatti, come ricorda l’attrice e regista Simona Marchini «Quando mi sono avvicinata di nuovo all’Amico Fritz dopo l’esperienza livornese del ’91, ho ripercorso le sensazioni di tenerezza, nostalgia, malinconia dolce che, a mio avviso, attraversa tutta l’opera. […] In un’epoca densa di inquietudini e ricerche nei linguaggi musicali e artistici di fine Ottocento, sembra che l’autore segni, con la scelta del testo ‘piccolo e intimista’, quasi un passaggio tra ‘scuola naturalista’ e ‘commedia lirica’. Tutto sembra pervaso da suggestioni crepuscolari, da vibranti suggerimenti da rielaborare con una sorta di linguaggio sentimentale. Questo è ciò che mi viene dalla rilettura e dal riascolto dell’opera. Elaborando insieme allo scenografo Massimo Checchetto e al costumista Carlos Tieppo l’umore della vicenda, abbiamo trovato una soluzione direi concettuale ed emozionale insieme». Mentre per il direttore Fabrizio Maria Carminati il linguaggio musicale che Mascagni utilizza in queste pagine è «assolutamente moderno. Continui cambi di tempo, percorsi armonici ricercati e a tratti ossessivi, una capacità di evoluzione melodica di fermissima mano teatrale, arditezze strumentali come il grande solo per violino solista, il lungo canto dell’oboe solitario, il comico solo per trombone e tromba, la stravagante novità del ‘preludietto’ affidato ai legni, rievocativa di quel gusto campestre della terra d’Alsazia. Interessanti e teatralmente pregnanti poi le strutture musicali della banda interna vagamente bohemienne e di quel bordone di ottoni e legni che accompagnano il mistico passo della lettura della Bibbia. Non da ultimo, lo scapigliato Intermezzo, segno tangibile di quanto fossero raffinati sinfonisti i nostri operisti, aspetto troppo a lungo non valorizzato».
La prima di venerdì 27 maggio, sarà seguita da quattro repliche: domenica 29 maggio alle ore 15.30, martedì 31 maggio ore 19.00, venerdì 3 giugno 2016 ore 19.00 e sabato 4 giugno ore 15.30 .
L’opera proposta con sopratitoli in italiano e in inglese, sarà in streaming su www.culturebox.fr a partire da venerdì 3 giugno alle ore 19.00.

testo di Enrico Gusella