ELLIOTT ERWITT: UNA STREPITOSA MOSTRA FOTOGRAFICA

TRA LE MURA DEL CASTELLO VISCONTEO DI PAVIA

IlViaggiatoreMagazine-Uscita del Castello di Pavia-Pavia

IlViaggiatoreMagazine-Uscita del Castello di Pavia-Pavia

L’insegna della mostra dello strepitoso fotografo che ha segnato un’epoca, vibra al vento sulle mura di mattoni del Castello Visconteo di Pavia, come uno stendardo. Una battaglia vinta quella di Elliott Erwitt alla soglia dei novant’anni e festeggiata con l’esposizione di 70 sue foto black and white, nelle sale delle Scuderie, per lo più dedicate a mostre di pittura ottocentesca o moderna.
Attraverso la visione delle immagini, diverse tra loro anche se tutte pervase da un’ironia surreale e a volte romantica, si percepisce uno spaccato della storia e del costume del Novecento in cui anche gli argomenti più seri, come la tematica razzista, sono trattati con il sorriso, anche se un po’ amaro. Lo sguardo ironico e il suo senso dell’humour sembrano porre una distanza virtuale tra l’obiettivo e il soggetto trattato, proprio per ottenere e comunicare una visione più autentica.

 

IlViaggiatoreMagazine-Autoritratto di Elliott Erwitt-Castello Visconteo-Pavia

IlViaggiatoreMagazine-Autoritratto di Elliott Erwitt-Castello Visconteo-Pavia

Erwitt e la sua fedele Rolleiflex

“Far ridere le persone è molto difficile, per questo mi piace”, afferma. Ma l’aver sempre sostenuto l’estrema importanza dell’umorismo non contrasta con il suo prendere estremamente sul serio la fotografia. “Si tratta di reagire a quel che si vede, senza preconcetti; si possono trovare immagini da fotografare ovunque, basta semplicemente notare le cose, interessarsi a ciò che ci circonda e occuparsi dell’umanità”.
Cittadino del mondo, passa la sua prima infanzia a Milano, per tornare a 10 anni in Francia dove era nato da una famiglia di emigrati ebrei russi. Nuova tappa gli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles. Dai primi anni ’50 New York diventa la sua base operativa a cui ritorna dai suoi viaggi intorno al pianeta, sempre accompagnato dalla sua fedele Rolleiflex.

IlViaggiatoreMagazine-Marilyn Monroe New York 1956-Castello Visconteo-Pavia

IlViaggiatoreMagazine-Marilyn Monroe New York 1956-Castello Visconteo-Pavia

Campagne pubblicitarie famose in tutto il mondo

Molte e diverse tra loro, appaiono le tappe miliari della sua vita professionale, dallo sviluppare stampe “firmate” per i fans delle stelle di Hollywood quando studiava alla Hollywood High School, al ritorno in Italia e in Francia negli anni del dopoguerra per fotografare da professionista la nuova realtà, dall’incarico dell’esercito americano in New Jersey, Germania e Francia, alle collaborazioni, rigorosamente come free lance, con le più rinomate riviste del calibro di “Life”, dall’invito di Robert Capa a far parte dell’agenzia Magnum di cui fu anche presidente e di cui è tuttora membro attivo, al fornire illustrazioni per campagne pubblicitarie che hanno sfondato in tutto il mondo.

IlViaggiatoreMagazine-Birmingham, 1991-Castello Visconteo-Pavia

IlViaggiatoreMagazine-Birmingham, 1991-Castello Visconteo-Pavia

I suoi scatti vere icone del secolo

Sense of Humour, ma anche flessibilità e versatilità, hanno portato Erwitt , non solo a scrivere libri e saggi giornalistici, ma a girare documentari come il premiato “Red White and Blue Glass” del 1973 o produrre commedie satiriche per la televisione.
Se vere e proprie icone entrate da decenni nell’immaginario collettivo, sono i suoi scatti della lite tra Nixon e Kruschiev, dell’incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier , di Jackie Kennedy al funerale del marito o i ritratti del Che Guevara e di Marilyn Monroe, più accattivanti appaiono forse le immagini che ritraggono cani dall’atteggiamento naturale e irriverente insieme.

IlViaggiatoreMagazine-New York 2000-Castello Visconteo-Pavia

IlViaggiatoreMagazine-New York 2000-Castello Visconteo-Pavia

I cani protagonisti

“I cani sono come gli umani, solo con più capelli”. Segreto dello scatto perfetto? Al momento da lui stabilito, abbaiava forte per spaventare il cane e attirarne così l’attenzione. Dedicati ai cani sono quattro dei suoi libri, pubblicati tra il 1974 e il 2008, “Sun of Bitch”, “Dog Dogs”, “Woof” e “Elliott Erwitt’s Dogs”, mentre “Elliott Erwitt: I Bark at Dogs” è il titolo di un film documentario di Douglas Sloan dove il fotografo interpreta sé stesso, appunto, mentre abbaia ai cani.
Marcia in più della mostra è l’essere “family friendly” con un percorso creato ad hoc per i più piccoli che possono godere di un’esperienza immersiva. Felice opportunità per cominciare a seminare valori umani e artistici in generazioni che saranno il futuro.
Per chi voglia approfondire l’avvincente background di ciascuna delle immagini esposte, per trarne insegnamenti professionali o semplicemente per giocare a indovinarne il significato e a verificare il messaggio che Erwitt intendeva trasmettere, è disponibile un catalogo Sudest57 in cui a ogni foto corrisponde un dialogo tra l’artista e Biba Giacchetti, l’attenta curatrice della mostra organizzata e prodotta da ViDi, con Civita Mostre e SudEst57 in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini e il Comune di Pavia-Settore Cultura.

Per informazioni: www.scuderiepavia.com

di Maria Luisa Bonivento