Amatrice e il reatino. Amatrice è uno dei più noti centri del cosiddetto cratere del terremoto 2016. Si tratta di un vasto territorio dell’Appennino centrale che comprende 140 comuni. I centri sono dislocati fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. L’evento sismico che riguarda Amatrice ebbe l’epicentro nei pressi del paesino di Accumoli (Rieti). E si verificò tra il 24 e il 25 agosto del 2016. A questa scossa ne seguirono altre due in ottobre, con epicentro tra l’Umbria e le Marche. A distanza di quasi nove anni, molti comuni hanno ripreso a pieno ritmo la loro vita e le loro attività. Altri, come Amatrice, stanno ancora ricucendo le ferite di una terra che si è spalancata. Portando con sé tante vite e tanti luoghi. Insieme a un’economia basata in gran parte sul turismo e sulla gastronomia. Attività che stentano a ripartire ancora oggi. La ricostruzione della Basilica, luogo iconico della storia e della vita sociale di un territorio, può rivelarsi un volano di partenza. La città riparte dalla Basilica di San Francesco. Entro Aprile 2025 è previsto l’inizio dei lavori di restauro della chiesa simbolo della cittadina laziale.
Il restauro della Basilica di San Francesco ad Amatrice e in altre terre del reatino
Spiega il sindaco di Amatrice, nel reatino, Giorgio Cortellesi, nel corso della presentazione dell’inizio del restauro della Basilica: “Il progetto prevede il restauro in muratura delle pareti. Alcune parti dell’edificio dovranno essere necessariamente demolite perché sono ormai in fase di crollo. La Basilica di San Francesco è un simbolo che aiuterà i cittadini a rimanere in città. La loro speranza ultimamente sta scemando. Ma siamo un popolo forte. E speriamo che questo passo sia da sprone per la ripartenza di altri lavori”. L’impianto della Basilica di San Francesco, fondata nel XIII secolo, prima del sisma aveva un aspetto trecentesco. L’interno aveva un’unica navata. E custodiva interessanti affreschi risalenti al Trecento e al Quattrocento. Fra i quali, quello che si poteva ammirare alle spalle dell’altare, raffigurante il Giudizio Universale. Il restauro della chiesa è stato reso possibile dall’Art Bonus. Si tratta di un’agevolazione fiscale istituita nel 2015 e destinata a coloro che versano emolumenti a favore delle opere d’arte. Inoltre, decisivo è stato l’apporto della banca Intesa San Paolo e della Fondazione Santarelli. Insieme alla Regione Lazio e al Ministero della Cultura.

Il futuro del turismo nel territorio di Amatrice e del comprensorio del reatino
Benché la cosiddetta zona rossa del terremoto non esista più, l’impianto storico di Amatrice non ha certo l’aspetto di un tempo. Ci vorrà ancora pazienza perché si possa parlare di nuovo di ripresa turistica della città e di un territorio pienamente fruibile. Amatrice è da tempo meta di vacanze soprattutto per tanti romani. E resta ancora oggi un centro storico incastonato in uno splendido contesto naturale. La zona è parte del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e della comunità montana del Velino, in un territorio ricco di sentieri escursionistici. Inoltre, dal 2015, Amatrice è nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. Al confine con quattro regioni, Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, Amatrice ha una storia antica e ricca di testimonianze, tra archeologia e architettura. Ed è nota a livello internazionale per aver dato i natali ad uno dei piatti più famosi della gastronomia laziale: gli spaghetti all’Amatriciana. La sagra di questa ricetta tipica si tiene ad Amatrice ogni anno, in estate. La prossima edizione sarà il 30 e 31 agosto 2025.

Turismo lento per i 140 centri del cratere del sisma 2016 di Amatrice e del reatino
La rinascita dei centri del cratere del sisma 2016 passa attraverso la struttura del Commissario Straordinario. I fondi destinati a queste zone mirano anche alla ricostruzione delle attività economiche e, fra queste, il turismo. “Il turismo è una grande opportunità di rigenerazione del territorio del centro Italia colpito dal sisma del 2016”, sostiene Guido Castelli, Commissario straordinario alla ricostruzione e riparazione sisma 2016-2017, in occasione dell’edizione 2025 della Bit di Milano, la più importante fiera del settore. Castelli parla di “turismo destagionalizzato sui monti dell’Appennino centrale e rilancio del turismo lento dei cammini religiosi, naturalistici e storici del nostro territorio”. Sono queste le due principali direttrici su cui si muove l’intervento della struttura commissariale. Non si tratta di progetti annunciati, ma di programmi in corso di esecuzione. “Con un’ordinanza già approvata” ricorda il Commissario, “abbiamo dato il via agli interventi in attuazione del programma di sviluppo del turismo lento proposti dalle quattro Regioni (Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria) del cratere. Per un importo complessivo di 47 milioni di euro. Si tratta di un articolato sistema di interventi, per percorsi fruibili in un’ottica di intermodalità con il trasporto pubblico e la bicicletta. E per la messa in sicurezza e la manutenzione. Ma anche investimenti per i servizi di alloggio e ristoro destinati ai camminatori e ai pellegrini. Particolare attenzione è stata rivolta anche all’accessibilità per le persone con mobilità limitata per far vivere a tutti l’esperienza del cammino e del pellegrinaggio”, conclude il Commissario Castelli.
A Rieti, il restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta
Nel capoluogo laziale di Rieti (fra i 140 comuni del cratere sismico 2016), sono stati, invece, stanziati più di due milioni e mezzo di euro per il restauro e la messa in sicurezza della Cattedrale di Santa Maria Assunta. Si tratta della chiesa più importante della città, che conserva, fra gli altri, sculture di Gian Lorenzo Bernini e dipinti di Antoniazzo Romano. Fortunatamente, la chiesa reatina non ha subito danni paragonabili alla Basilica di Amatrice. Ma necessità comunque di lavori di consolidamento. Ricca di storia, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il suo battistero sono annoverati per la prima volta nel 598, accanto alle mura di età romana. Ancora oggi è accessibile una cripta romanica, sottostante l’edificio di culto. La cripta venne consacrata nel 1157. Mentre la cattedrale venne consacrata solo nel 1225 da papa Onorio III. Il 5 dicembre dello stesso anno, qui venne santificato il vescovo irlandese Lorenzo O’Toole (1128-1180). Nel 1234, Gregorio IX proclamò santo Domenico da Guzmán (1170-1221). Mentre, nel 1289, papa Nicolò IV incoronò re di Sicilia Carlo D’Angiò, nel corso di una cerimonia solenne. Il 30 novembre dello stesso anno, un fortissimo terremoto sorprese papa Bonifacio VIII mentre si accingeva a celebrare la messa. Costringendo il pontefice alla fuga nel vicino chiostro di San Domenico. Nel 1458 venne costruito un portico, ad unire chiesa, battistero e torre campanaria (eretta nel 1252). Sotto gli archi del portico si può ammirare un’esposizione permanente con la ricostruzione del presepe della vicina Greccio (Rieti). È, infatti, a Greccio che san Francesco d’Assisi compose per la prima volta la rivisitazione vivente della Natività. E diede l’impulso alla tradizione del presepe.

Testo e foto di Letizia Riccio