Tra gli splendori e le ricchezze d’arte che vanta la città di Verona, una perla è rappresentata anche dal Museo Archeologico al Teatro Romano, da pochi giorni riaperto al pubblico in una veste totalmente rinnovata ed ampliata. Così a pochi mesi dal recente riallestimento del Museo degli Affreschi un altro importante monumento è ora nuovamente fruibile dalla città e dai suoi numerosissimi turisti.
L’’edificio del Museo sorge dal XV secolo, come convento dei Gesuiti, sul fianco del colle di San Pietro a picco sopra il Teatro Romano. Questa particolarissima collocazione costituisce un elemento fondamentale della visita all’’intero complesso: infatti, lo splendido panorama del teatro e della città vista dall’’alto consente di creare una relazione tra quanto è esposto nel Museo ed il contesto esterno. Non a caso, il recente ampliamento e riallestimento delle sale espositive sono stati realizzati proprio sulla base di uno stretto dialogo con l’’intero contesto. Così la visione spettacolare che dal nuovo Museo si gode su l’’ Adige e la città, e la possibilità di vivere da dentro il Teatro Romano, nella suggestione dei luoghi, nella bellezza e l’’importanza dei reperti esposti, sono senz’altro fattori che fanno del nuovo Museo Archeologico una delle mete imperdibili di Verona.
L’accesso al rinnovato Museo Archeologico avviene dal rinascimentale Palazzetto Fontana, sorto sulla struttura scenica del teatro. Così il percorso museale si snoda attraverso tre piani espositivi.
Il primo, situato al quinto livello dell’’ex convento, è uno spazio quadrato che si affaccia sul Chiostro dei Gesuiti; il secondo corrisponde al piano sottostante e si compone del nuovo cortile coperto, dell’’ex-refettorio e di una serie di stanze minori tra cui tre celle monastiche; il terzo, ancora inferiore, è costituito dalla sala delle iscrizioni. La struttura del complesso inizia dal piano superiore del convento, con una sintetica introduzione alla Verona romana e alle residenze che vi si trovavano, spesso dotate di arredi lussuosi, come la pregiata fontanella in marmo ornata da teste di Tritoni. Si entra via via nella quotidianità della Verona di due millenni orsono, illustrata nelle sezioni: “Abitare a Verona”, “Le necropoli”, e “Gli edifici pubblici”. In questa ultima sezione sono descritti gli edifici di maggior importanza dell’’epoca romana veronese: “L’’Arco dei Gavi” e “L’’Anfiteatro romano” (Arena).
Completa la sezione dedicata agli edifici pubblici la presentazione de “Il Teatro romano” nei suoi vari aspetti: la struttura architettonica, i documenti sugli spettacoli e i reperti dagli scavi, le sculture che celebravano personaggi eminenti; poi la grande varietà di raffinate sculture decorative, destinate in parte alla sospensione e in parte ad integrare l’’architettura. Conclude il percorso al piano superiore una sezione dedicata al Santuario di Iside e Serapide, luogo di culto situato nella zona del complesso teatrale dove erano venerate le due divinità di origine egizia. Al piano sottostante, attraverso la curva dell’ ’elegante scalone in pietra che ricalca in parte un percorso romano, nel nuovo cortile coperto, si possono ammirare sculture in pietra e bronzo che ornavano i luoghi pubblici della città. A seguire è il refettorio, dove sono conservate grandi sculture romane rinvenute a Verona, e dal quale si può accedere alla sezione riservata alla “Scultura di collezione”, testimonianza del gusto, della passione per l’’antico e per la propria città, caratterizzata da personaggi veronesi illustri come i Giusti, Jacopo Muselli, Gaetano Pinali.
Sul corridoio di collegamento si aprono tre celle monastiche in cui sono esposti i bronzetti preromani e romani – giova ricordare che il Museo possiede una raccolta di bronzi fra le maggiori dell’’Italia settentrionale – e oggetti legati alla vita quotidiana, come i vetri dai meravigliosi colori, lucerne, recipienti. Una sezione della sala verso il teatro è destinata alle esposizioni temporanee e, in occasione della riapertura al pubblico, è presente la mostra L’ ’Egitto a Verona. Nel chiostro del Museo sono state risistemate iscrizioni e stele con numerosi esempi di scultura funeraria, mentre nella chiesa del convento (con affreschi e un pregevole soffitto ligneo cinquecentesco) è ospitata la sezione dedicata ai mosaici, in bianco e nero e policromi. Dalla chiesa si passa alla Grande Terrazza, dove sono esposte, all’’aperto, lapidi funerarie ed elementi architettonici. E infine nella sala al piano inferiore, sono presenti are e lapidi dedicate agli dei romani venerati nel Veronese, nonchè elementi architettonici di grande raffinatezza.
Circa il nuovo allestimento, giova ricordare che data l’’estrema eterogeneità dei reperti esposti, la grande statuaria, le testimonianze importanti ma minute, l’utilizzo per gli ampi fondali e le grandi basi del colore bianco e del grigio chiaro consentono una migliore lettura del quadro visivo. Mentre la grafica si è ispirata ai colori dei tetti veronesi dei quali si può godere una vista spettacolare dalle finestre del museo, utilizzando così il colore rosso mattone in associazione al più contemporaneo rosso “ciliegia” per alcuni testi.
Giova infine ricordare che in occasione del riallestimento è stato edito da Cierre Edizioni, in collaborazione con i Musei Civici, un agile volume divulgativo di Margherita Bolla su Il teatro romano di Verona, che illustra anche la storia del rinnovato Museo.
Per festeggiare la riapertura sino al 30 giugno il biglietto d’’ ingresso al Museo costerà 1 euro.
Orari
lunedì 13,30 – 19,30
da martedì a domenica 8,30 – 19,30
Per informazioni: Museo Archeologico al Teatro Romano, Regaste Redentore, 2 – Verona – tel. +39 045 8062611 – museoarcheologico@comune.verona.it” museoarcheologico@comune.verona.it; www.museoarcheologicoverona.it
testo di Enrico Gusella