Assieme alla confinante Armenia, la Georgia è una piccola nazione caucasica ex sovietica all’estremo confine sud-est dell’Europa con l’Asia, grande un quarto dell’Italia e con una popolazione di 5 milioni di abitanti e una delle più basse densità del continente, da sempre un’isola di cristianesimo circondata da paesi musulmani. La chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana, questo il nome esatto, è tra le più antiche e fa riferimento alla predicazione degli apostoli Andrea, Simone e Mattia, ma la conversione del paese si deve a Santa Nino, che nel 327 fece del cristianesimo la religione ufficiale, seconda soltanto all’Armenia. Patriarca è il Chatholicos e San Giorgio ne è il patrono. Tra VI e IX sec. vide un attivo monachesimo, che superò indenne anche le terribili crisi dovute all’invasione di Gengis Khan nel XIII sec. e di Tamerlano nel XIV-XV. Durante l’epoca comunista subì persecuzioni, ma oggi l’82 % degli abitanti si riconosce come fedele. Paese montuoso, che si sviluppa per oltre la metà sopra i mille metri, presenta un gran numero di cime sopra i 3.500, fino alla vetta massima di 5.201 m, il record europeo; il 38 % si presenta coperto da foreste e possiede un gran numero di specie vegetali endemiche.
Quale corridoio naturale tra Mar Nero e Mar Caspio, è sempre stata una terra di passaggio per idee e mercanzie, ma anche per eserciti: qui sono passati, soggiogandola, un po’ tutti gli imperi eurasiatici, da qui transitava un ramo della Via della Seta, e anche prima altre strade commerciali non meno importanti. Per gli antichi greci era la Colchide, la mitica terra del Vello d’Oro rapito da Giasone e dai suoi Argonanti, in realtà un primario luogo di produzione del grano. Nel 1800 entrò a far parte dell’impero russo, nel 1918 si ribellò a Mosca fondando una repubblica democratica che fu però soggiogata dall’Urss nel 1922, rimanendo sovietica fino al 1991. Nonostante fosse la terra natale di un tale signor Iosif Dzhugshvili, in arte Stalin, si oppose decisamente al processo di sovietizzazione con diverse sommosse. Oltre che per l’antica cultura e l’arte peculiare, soprattutto religiosa (sono ben 5 i siti georgiani riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità), la Georgia è famosa anche per la sua gustosa cucina e per i suoi rinomati vini, assai apprezzati in tutta l’ex Urss: conta 500 varietà di uva endemica e sono state rinvenute molteplici testimonianze di vinificazione a partire dal III-II millennio a.C.. Forse non è esagerato definirla come la terra d’origine del vino.
Nel 2013 l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio immateriale il particolare metodo tradizionale di vinificazione georgiano, il Qvevri, consistente in appositi vasi di terracotta dove il mosto viene messo a fermentare. Nella chiesa ortodossa la Pasqua costituisce una delle principali festività. Durante la Settimana Santa in tutte le chiese della Georgia vengono celebrate delle messe e dei riti speciali. I giorni clou sono il Giovedì e il Venerdì Santi: durante il primo si avrà la possibilità di assistere alla lunga messa celebrata seguendo le tradizioni dell’Ultima Cena, mentre durante il secondo si celebra un rito speciale nella Cattedrale di Svetiskhoveli a Miskheta, sito Unesco, dove si sostiene sia conservata la tunica di Gesù Cristo, quando nelle case si colorano le uova di rosso, simbolo della Passione.
Il tour della Giorgia in occasione della Pasqua ortodossa dura 9 giorni e parte da Tbilisi, la bella capitale un po’ turca e levantina e un po’ cristiana e latina con le case dai balconi di legno, dove si possono trovare luoghi di culto di tutte le religioni, e lungo l’elegante corso Rustaveli negozi, caffè e ristoranti alla moda.
Oltre a vari importanti monumenti si può visitare la cattedrale di Sioni, che conserva la croce di Santa Nino, la reliquia più importante per i georgiani, e la cattedrale di Sameba per assistere al rito pasquale del lavaggio dei piedi. Escursione nella regione viticola di Kakheti, la patria del vino georgiano, il più antico in assoluto, con pranzo e assaggi in una cantina, quindi rientro nella capitale per assistere ai riti della Passione che si svolgono in ogni chiesa. Il giorno di Pasqua partenza per Miskheta, antica capitale e epicentro religioso, con due chiese del VI e IX sec. patrimoni Unesco, e prosecuzione per la fortezza di Khertvisi, del X sec., e per la città religiosa rupestre di Vardzia, un complesso di 3.000 grotte che poteva ospitare 50.000 persone eretto nel XII sec. Ci si sposta quindi a Kutaisi, nella parte occidentale, l’antica terra del Vello d’Oro degli Argonauti, per visitare il pregevole monastero di Gelati, patrimonio Unesco con importanti affreschi, e la cattedrale di Bagrati del X sec. Lungo la Via della Seta sosta all’importante città rupestre protostorica di Uplistsikhe, risalente al I millennio a.C., dove case, cantine, forni, mercati, negozi e chiese sono interamente scavati nella roccia, e poi a Gori, per visitare la casa natale e il museo di Stalin, primo del rientro a Tbilisi.
L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it), dal 1980 specializzato in itinerari culturali di scoperta con accompagnamento qualificato in tutto il mondo e un buon rapporto qualità/prezzo, propone in Georgia un tour di 9 giorni in occasione della Pasqua ortodossa. Unica partenza di gruppo con voli di linea Lufthansa da vari aeroporti italiani via Monaco il 13 aprile 2017, pernottamenti in hotel a 3 e 4 stelle con pensione completa, guida locale di lingua italiana, assicurazioni, quote da 1.490 euro in doppia tutto compreso.