La Pro Loco Mirano nel programmare la sua attività, si è sempre posta questi obiettivi:
- – salvaguardare e mantenere viva la storia e la tradizione del territorio
- – riscoprire le vecchie consuetudini di costume, lingua, cucina, ecc.
- – valorizzare, promuovere e tramandare la tradizione in ogni suo aspetto.
Con queste motivazioni si è voluto dar vita ad una serie di manifestazioni legate alla storia della Città e del suo territorio.
Così, dalla riscoperta della storia di Mirano del ‘900, con le sue tradizioni e la sua cucina, nasce la Fiera de l’Oca con il Zogo de l’Oca in Piazza.
Un susseguirsi di attività di studio, recupero e divulgazione ha portato alla pubblicazione di alcuni libri come: Mirano e l’Oca in cui viene raccontata la vita di questa città dal 1900 ad oggi, o Sogni di Seta nel quale si parla di abiti e costumi della Belle Epoque.
In questa riappropriazione delle nostre radici e della nostra identità, la Pro Loco ha voluto analizzare la storia del costume per essere, poi, sempre più precisa e fedele nelle ricostruzioni storiche, ma soprattutto perché ogni capo è una piccola, ma preziosa, tessera di cui si compone l’identità culturale di un popolo.
Questa ricerca sul costume è stata resa pubblica con una grande mostra che ha avuto come protagonista il Tabarro, indumento che ha attraversato i secoli accompagnando la gente veneta nel trascorrere della loro vita. La Pro Loco Mirano in queste sue continue ricerche ha potuto constatare la presenza di ricche collezioni private di cartoline antiche di Mirano e di molte foto di vari angoli miranesi del primo novecento. Così, per far ricordare a chi ha vissuto quei tempi e per farli conoscere a chi non c’era, essa ha coordinato i vari materiali organizzando la Mostra: Saluti da Mirano, dove i visitatori, attraverso un percorso di immagini di cartoline antiche, di perfette riproduzioni, di didascalie e dalla ricostruzione di angoli “antichi” con costumi d’epoca, oggetti d’antiquariato, potevano immergersi e rivedere la Mirano di inizio ‘900.
Ora l’attenzione è rivolta ad un qualcosa che è legato al nome di Venezia: IL GIOCO DELL’OCA. Il primo gioco dell’oca datato che si conosca è il DILETTEVOLE GIOCO DI LOCA edito a Venezia nel 1640 da Carlo Coriolani. Proprio per questo, molti dicono che il gioco è nato a Venezia, anche se si hanno prove della sua esistenza già nel secolo precedente.
Partendo da questa tavola veneziana, noi vogliamo presentare l’evoluzione nel tempo di questo gioco che ha contagiato tutto il mondo e che è stato declinato in mille modi, nei cosiddetti giochi di percorso.
Svago, competizione, semplicità, gradevolezza visiva, questi elementi fecero del gioco dell’oca uno dei passatempi più fortunati nella lunga e complessa vicenda dei giochi umani. Lungo l’arco di quattro secoli infinite furono le varianti della struttura classica del gioco (una spirale di 63 caselle da percorrere con i dadi); paesi come Italia, Francia, Inghilterra produssero migliaia di esemplari differenti.
La mostra proporrà 46 riproduzioni, in un percorso di giochi dell’oca pubblicati in Europa dal XVII secolo ai giorni nostri e si snoderà seguendo un ordine cronologico. Dalle prime tavole secentesche a quelle più recenti, pubblicate nel XX secolo. Il gioco dell’oca offre al visitatore differenti e “sovrapponibili” chiavi di lettura.
Ci si potrà abbandonare al piacere visivo, gustando l’accostamento dei colori, spesso vivacissimi, la varietà quasi infinita di figure, disegni, invenzioni grafiche. Oppure si potrà privilegiare una dimensione più “tecnica”, e soffermarsi sui diversi mezzi utilizzati per la stampa, dalle prime xilografie, che si servirono di matrici lignee, alle raffinate incisioni su rame, molte ripassate e dipinte a mano con colore, alla litografia, metodo che a partire dall’Ottocento si imporrà per molti decenni caratterizzando i giochi di diversi paesi e giungendo fino ai recenti sistemi fotomeccanici. Ma i giochi dell’oca si fanno apprezzare anche per l’aspetto storico. Storia, politica, viaggi, religione, propaganda, mezzi di locomozione, monumenti e città, vicende militari, non c’è aspetto della vita umana che non sia stato ripreso e riprodotto nelle tavole. Il gioco dell’oca, del resto, offre la più evidente trasfigurazione simbolica di un percorso, sia esso compiuto tra i palazzi di una città, per una gara di cavalli o automobili, per un viaggio in treno.
La mostra sarà aperta dall’1 al 16 novembre 2014 nelle sale della Barchessa di Villa Morosini, ora XXV Aprile a Mirano.
Rudy De Pol