Parabita

La parola aediculae nell’antica Roma indicava tempietti o santuari di piccole dimensioni. Ricordavano, nella forma e nella struttura, i templi extralarge dedicati agli dei dell’Olimpo. Trasferita nella nostra lingua, la parola ha acquistato sì il significato profano di luogo dove si acquistano riviste e quotidiani. Ha mantenuto però anche il suo significato religioso. E così le edicole votive, disseminate principalmente nei centri storici di piccoli borghi, sono state (soprattutto in passato) anche oggetti di culto popolare e naïf. Altarini con immagini sacre di santi e martiri, luoghi della religiosità popolare da decorare e abbellire. Anche nel piccolo centro Salentino di  Parabita (Le), le edicole votive non mancano. Qui sono diventate tappe di un itinerario d’arte che attraversa il centro storico del borgo. Si riscoprono gli spazi seguendo il filo conduttore di queste cappelle in miniatura.

Parabita in Salento con VOTIVA diventa Città per il Contemporaneo

“Il nostro progetto Parabita per il Contemporaneo/VOTIVA – racconta Stefano Pesce, sindaco della cittadina – nasce dalla volontà di far diventare la nostra una Città per il Contemporaneo. VOTIVA ha, così, preso consistenza grazie alla disponibilità di collaboratori preziosi, all’adesione incuriosita e generosa di artisti straordinari, a tante persone che hanno aperto le proprie case a questa contaminazione che sa di futuro quanto di passato. Con le loro edicole votive, sono le strade del paese a creare occasioni di condivisione, prossimità, vicinanza. VOTIVA, dunque, è una opportunità per tessere trame tra passato, presente e futuro, attraverso l’arte e la riattivazione di spazi comuni dal suggestivo impatto storico. L’arte può essere attivatore di meccanismi di arricchimento, moltiplicatore di attenzione verso luoghi nascosti o dimenticati, generatore di riflessione attorno alla magia del gesto.”

VOTIVA in Salento
Senza Titolo – Mimmo Paladino

VOTIVA in Salento: edicole sacre ma d’autore

Ma cosa è successo a Parabita? In pratica sono state scelte sedici aediculae tra le molte presenti nel tessuto urbano. Alcune si trovavano in uno stato di abbandono, o erano state svuotate di ogni elemento devozionale. Altre, invece, sono state realizzate appositamente per il progetto VOTIVA, rispettando i tradizionali canoni costruttivi e architettonici. Ad arricchire questi altarini di devozione popolare, poi, sono stati chiamati artisti contemporanei di portata internazionale. Così il borgo è come una sorta di museo a cielo aperto. Oggi ospita la prima collezione permanente di arte pubblica che prende vita con la rinascita (artistica) delle edicole votive del centro storico.  

VOTIVA in Salento
Il Piede del Santo – Felice Levini

VOTIVA in Salento. Molti artisti rispondono al richiamo della sfida artistica

A rispondere alla chiamata del Comune di Parabita e al richiamo di questa sfida sono stati artisti di formazione e generazioni diverse. Tra questi alcuni dei più noti protagonisti del panorama artistico contemporaneo. Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Claire Fontaine, Chiara Camoni. Affiancati da artisti più giovani. Tuttavia hanno già esposto nei principali musei internazionali o preso parte a manifestazioni di rilievo come la Biennale di Venezia o la Whitney Biennal. Ognuno di loro ha avviato un suo particolare dialogo con il luogo, il formato e la connotazione socio-culturale del progetto. Confrontarsi con un modulo architettonico minimo così fortemente caratterizzato ha significato per la maggior parte degli artisti realizzare opere site specifiche raccontassero il (o fossero dal) passato del vicolo a cui erano destinate.

VOTIVA in Salento
Polaris – Liliana Moro

VOTIVA in Salento: un itinerario d’arte nei vicoli di Parabita

Il punto zero di questo percorso è idealmente rappresentato da L’Addolorata (2015) di Giovanni Lamorgese. Direttore artistico dell’iniziativa che ha installato questa scultura nell’edicola all’esterno del suo studio a Parabita. Il percorso espositivo prosegue con le diverse declinazioni e interpretazioni ideate per l’occasione, che abbracciano una moltitudine di tecniche e tematiche ispirate all’essenza dei luoghi. L’intervento site-specific Dio (Cubo) di Francesco Arena in Vico San Marco vede due blocchi sovrapposti di marmo di Carrara. Compongono al proprio interno la parola DIO. La ricerca intorno alla sfera spirituale, ancestrale e arcaica è al centro di Annunciazione di Chiara Camoni in Vico Principessa Giovanna. Si tratta di una scultura in terracotta che trae ispirazione dalla celebre iconografia del Beato Angelico per realizzare un soggetto ibrido dal sapore fiabesco.

VOTIVA in Salento
Miracolo – Luigi Presicce

VOTIVA in Salento. Varietà d’arte

Ludovica Carbotta punta i riflettori sull’esplorazione dello spazio abitato e l’impatto che ha sul corpo con l’opera S/T (segnale non visivo) di Via Montella. L’acrilico su tela Wishing painting di Claire Fontaine, creata appositamente per l’edicola di Via Coltura, riporta le riflessioni politiche del duo artistico sul tema della povertà ad una dimensione magica e contemplativa. La pittura torna nell’intervento di Gianni Dessì realizzata per Via Giannelli. Con Dell’arte… l’oro costringe tre figure unite in un micromondo color oro nello spazio ristretto dell’edicola, mentre ektor garcia presenta la ceramica smaltata figura de nudo. Realizzata nel 2018 nel corso di una residenza artistica a  Lecce, che allude alla sfera del corpo sensibile e alla nudità come verità e vulnerabilità.

VOTIVA in Salento
Dell’arte…l’oro – Gianni Dessì

VOTIVA in Salento: l’itinerario continua

La ricerca sulla civiltà Inuit e la tradizione animista di quel popolo alimentano i lavori di Helena Hladilovà. Con la scultura in marmo rosso Kaya richiama la loro ritualità ancestrale. Felice Levini  in Il piede del santo propone un gioco di riferimenti e allusioni. Claudia Losi presenta in Via Mazzini Amuleti Animalia. Si tratta di un’installazione composta da cinque elementi in argilla combinata con terra e cenere dell’Appenino piacentino che rimanda al valore protettivo del talismano. Il legame con il luogo e la ricerca sulla materia sono protagonisti del lavoro Deposition c (vii) di K.R.M. Mooney esposto in Via San Pasquale racchiude un osso di seppia all’interno di un binario in acciaio bianco galvanizzato. Tutto ciò per trasmettere l’essenza del luogo che la ospita.

VOTIVA in Salento. Due interventi in Via Vittorio Veneto

In Via Vittorio Veneto il visitatore incontra due interventi. Liliana Moro interpreta il cielo stellato che caratterizza l’edicola a lei destinata con l’installazione site-specific luminosa Polaris. Si tratta di un paesaggio marino notturno che catalizza l’attenzione del passante quasi fosse un faro; Adrian Paci porta a Parabita la ripetizione del gesto, del segno e della dimensione temporale al centro della sua ricerca artistica con Compito #20. Il percorso prosegue con le installazioni site-specific Senza titolo di Mimmo Paladino.

Vede partiture blu e oro confondersi nella figura umana centrale attorniata dall’alfabeto di segni che è la cifra stilistica dell’artista. Segue Il canto della pace preventiva di Michelangelo Pistoletto,  inaugurata in Via Lopez y Royo  a fine luglio 2024. Due le opere che concludono il percorso della manifestazione. Miracolo senza titolo di Luigi Presicce in Vico San Salvatore. Vede una mano in ceramica smaltata blu e coronata di  conchiglie racchiudere un piccolo cumulo di denti. Segue Viandante di Namsal Siedlecki, che in Via Cataldi presenta una figura in rame che diventa un ex-voto laico.

Enrico Saravalle

VOTIVA in Salento
L’Addolorata – Giovanni Lamorgese

INFORMAZIONI:

http://www.comune.parabita.le.it

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