Una città spesso sottovalutata e superata da località pugliesi turisticamente più note come Gallipoli, Otranto, Polignano a Mare, Vieste, Peschici, Santa Maria di Leuca, nella realtà Bari è una città che sa regalare grandi sorprese. E quelle più grandi sono la cordialità, la simpatia e la disponibilità dei baresi. Per questo anche il solo viaggio in taxi, dall’aeroporto al centro città, può trasformarsi in una lunga e piacevole chiacchierata a base di aneddoti su Bari e suggerimenti su cosa vedere e dove mangiare.
Per visitare questa città dal fascino antico bastano anche solo 2 o 3 giorni cominciando dallo splendido lungomare che, con i suoi 15 chilometri, è considerato il più lungo d’Italia. Dalla rotonda si raggiunge il Porto Vecchio, angolo iconico della città, con la banchina N’derr alla Lanz che, tradotto, significa “ai piedi delle barche” perché è qui che i pescatori attraccano le loro barche in legno e gettano a terra i frutti di mare appena pescati per essere acquistati dai locali in attesa.
Bari. Il fascino antico al mattino presto
Il momento migliore per vedere il luogo è il mattino presto quando, tra le barche colorate, spira una brezza frizzante e i pescatori cercano di richiamare l’attenzione dei visitatori per poter fare assaggiare i loro prodotti. Questo è sicuramente un luogo della tradizione e vocazione marinaresca dove è visibile l’essenza di Bari. Provate qui una “Peroni” e sorseggiatela al chiosco EL Chiringuito diventato un’istituzione in città. Affacciato sul Porto Vecchio, il Teatro Margherita in stile Liberty, costruito in onore della Regina Margherita di Savoia, è un sito magico, costruito proprio a ridosso del mare.
Rimasto inattivo per oltre 40 anni, oggi, dopo una lunga ristrutturazione è tornato a splendere. Proseguite la scoperta di Bari andando a vedere il quarto teatro più grande d’Italia, il Teatro Petruzzelli, in pieno centro storico. È un edificio inconfondibile di colore rosso e il suo stile umbertino. Si sposa armoniosamente con il resto del borgo murattiano che è la parte nuova della città. Fu inaugurato nel 1903 e, a seguito di un incendio di natura dolosa avvenuto nel 1991, fu ristrutturato e riaperto al pubblico nel 2009. Molti i personaggi noti che hanno calcato le scene al Petruzzelli: Totò, Liza Minelli, Frank Sinatra, Rudolf Nureyev, Ray Charles, Juliette Greco.
Bari. La bellezza della Basilica di San Nicola
Proseguite alla scoperta della Basilica di San Nicola, nel cuore della città vecchia, un edificio di architettura romanico pugliese. San Nicola è il patrono di Bari e protettore dei naviganti, dei bambini e delle ragazze. La tradizione vuole che, il 6 dicembre, le ragazze non maritate si rechino alla basilica per compiere i famosi “tre giri della colonna” situata nella cripta. È sufficiente rivolgersi a San Nicola chiedendo se entro l’anno si troverà marito per fare in modo che il desiderio si avveri. Non abbiamo certezza che le “zitelle baresi” si sposino entro l’anno ma sicuramente provare non nuoce.
La basilica fu costruita nel 1087 per custodire i resti di San Nicola che viene festeggiato, oltre che il 6 dicembre, anche dal 7 al 9 maggio per commemorare il corteo storico chiamato la Caravella che portava in città le reliquie del santo. È la festa dei baresi, dei pellegrini chiamati zia-zi che arrivano da ogni parte della Puglia, dal Molise, dall’Abruzzo ma anche dalla Russia e dai Paesi Balcanici. Bari infatti è meta di pellegrinaggio per i cristiani ortodossi. Nella cripta della Basilica di San Nicola, che ospita le reliquie, c’è una cappella dove vengono officiate messe secondo la liturgia orientale.
Castello Svevo. Altro simbolo dal fascino antico di Bari
Ai lati della città vecchia si trova un altro simbolo della città, il Castello Svevo, un’imponente fortezza del XII secolo voluta dal re normanno Ruggero II e poi restaurato, tra il 1233 e il 1240, da Federico II di Svevia. Superato il portale federiciano si entra nella corte centrale dove vi sono tre alte torri angolari. Dal cortile due rampe di scale collegano il piano terreno ai saloni del piano superiore. Nel cortile, al piano terra, c’è l’ingresso alla Gipsoteca, dove è possibile ammirare monumenti e cattedrali pugliesi riprodotti in gesso. Il Castello ospita oggi, mostre temporanee e manifestazioni culturali. Dall’ingresso del Castello, attraversata la strada e superato l’Arco Basso, si è sbalzati nel cuore pulsante della città. Si tratta di Via dell’Arco Basso ma conosciuta da tutti come la Via delle Orecchiette.
Un dedalo di stradine, tra case in stile moresco, dove le massaie mettono in mostra le loro specialità e la loro abilità nel realizzare orecchiette, strascinati e cavatelli. Questa via è diventata ormai famosa in tutto il mondo ed è un luogo iconico con la biancheria stesa alle finestre, l’odore intenso del bucato, il vociare dei bambini, il profumo intenso del pane appena sfornato. Qui troverete la Bari vera, dove il tempo sembra essersi fermato.
Da non perdere la Cattedrale di San Sabino
Vale la visita la Cattedrale di San Sabino, sede vescovile dell’arcidiocesi cattolica di Bari, in Piazza Odegitria. Questa chiesa, costruita intorno ai secoli XII e XIII in stile romanico su una preesistente chiesa bizantina, si rifà allo stile della Basilica di San Nicola, con una facciata semplice in cui spicca un bel rosone centrale. L’interno, anch’esso molto semplice, si presenta a tre navate delimitate da imponenti colonne. Tutt’intorno affreschi con la storia del santo. Di particolare interesse la cripta settecentesca dietro l’altare. A Piazza Mercantile ci si dà appuntamento, all’ombra del Palazzo del Sedile e della colonna Infame che nel periodo medievale era usata per punire i debitori insolventi.
Provate in una delle tante ambulanti presenti le sgagliozze, pezzi di polenta fritti. Largo Albicocca, una piazzetta cuore del borgo antico, è il luogo più suggestivo della città, da visitare preferibilmente verso la fine della giornata per l’atmosfera che regala. È conosciuta anche come La Piazzetta degli innamorati tanto che il 14 febbraio, giorno di San Valentino, vi si organizzano feste danzanti per festeggiare l’amore. Questa piazza è un po’ il simbolo della riqualificazione avvenuta negli ultimi decenni. Quello che era degrado assoluto si è trasformato in una magica oasi fatta di lucine a led, balconi abbelliti, locali curati, ulivi al centro della piazza, grandi fioriere.
Bari: quando andare, come arrivare, come muoversi e come scegliere il soggiorno
Il periodo migliore per visitare Bari è la primavera quando il caldo è piacevole e sopportabile. Il mezzo più comodo e veloce è sicuramente l’aereo. Molti i voli lowcost a prezzi accettabili. L’aeroporto di Bari si trova a soli 8 km dal centro storico della città cui è collegato con il treno, linee FR2 e FM2 della Ferrotranviaria., tragitto di circa 15 minuti. In bus, circa 30 minuti o in taxi mezzo più comodo ma anche più costoso arriva in città in circa 30 minuti. Il consiglio è di muoversi tranquillamente a piedi in quanto il centro storico è contenuto. Per una vacanza green è possibile muoversi in bicicletta o in monopattino elettrico.
Non consigliamo l’uso dell’auto per gli spostamenti in città essendo, tutto il centro storico, zona a traffico limitato. La miglior soluzione per soggiornare è il centro storico, in modo da essere vicino a gran parte delle attrazioni ma anche ristoranti e locali. Noi suggeriamo un B&B in pieno centro storico a pochi passi dalla stazione di Bari: MELO 48. Oltre alla posizione strategica il B&B è completamente rinnovato in tutti gli ambienti, silenzioso e dotato di ogni comfort. Notevole è la pulizia che lo contraddistingue e la gentilezza delle signore che lo gestiscono. MELO 48 si trova nella via omonima Via Melo 48 Bari Tel. 3458844007
L’enogastronomia barese
Bari è patria del buon cibo ed è una delle città italiane dove lo street food dà il meglio di sé. In primis non perdete la focaccia barese, una delizia calorica ma attenzione crea dipendenza. Per uno snack veloce provate i famosi taralli o il pesce crudo accompagnato da una Peroni. Non perdetevi inoltre i panzerotti fritti con un cuore di mozzarella e pomodoro, le sgagliozze rettangoli di polenta fritta. Per piatti più sostanziosi da godersi in uno dei tanti ristoranti presenti provate le orecchiette con le cime di rapa, strascinati o cavatelli al ragù, gli spaghetti all’assassina e la mitica tiella riso, patate e cozze. Tra i piatti vegetariani provate fave e cicoria. Anche i secondi piatti in particolare a base di pesce sono ottimi.
DOVE MANGIARE
Aperitivo: El Chiringuito. Si tratta di un piccolo locale colorato senza posti a sedere diventato un must a Bari. I prezzi delle bevande e del cibo sono super convenienti.
Pranzo: Ai 2 ghiottoni Via Putignani 11/B Tel. 080 523 2240. Alta qualità con specialità mediterranee di pesce. Locale elegante con tavoli all’aperto. Oltre ai piatti tipici pugliesi serve piatti vegetariani.
Cena: La Tana del Polpo Via Vallisa n. 50 Tel. 0809753338 – Cell. 3936140942. Il sabato e la domenica è consigliabile prenotare. Si trova nel borgo anticodi Bari ed è una trattoria semplice ma con cibo eccellente.
LA NOSTRA RICETTA
ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA
INGREDIENTI
250 gr. orecchiette
½ kg. cime di rapa
5/6 filetti alici sott’olio
1 spicchio d’aglio
peperoncino
sale
olio extravergine di oliva
PROCEDIMENTO
Iniziate pulendo le cime di rapa sotto l’acqua corrente. Conservate solo le foglie e le cimette.
Posizionate una capiente pentola con acqua e sale. Portate a ebollizione.
Tagliate sommariamente le cime di rape e tenete da parte la metà delle stesse.
Una volta raggiunto il bollore della pentola gettate ½ delle cime di rapa tagliate.
Pochi minute e gettate le orecchiette abbassando la fiamma.
In una larga padella mettete l’olio d’oliva, il peperoncino spezzettato, l’aglio sminuzzato e i filetti di alici. Con un cucchiaio di legno mescolate sino a ridurre in salsa i filetti. Aggiungete ora la metà delle cime di rapa rimaste e bagnate con un po’ di acqua di cottura. Continuate la cottura. Scolate le orecchiette e aggiungetele alla salsa creata in padella. Iniziate a mantecare muovendo continuamente la padella in modo che si formi una bella crema. Qualora necessario aggiungete ancora un po’ di acqua di cottura.
testo e foto di Anna Maria Terzi