Efeso in Turchia. Efeso, città antica e meta culturale della Turchia, fu una delle città più popolose e ricche del mondo antico. Questa città dell’Anatolia fu anche la capitale della provincia romana di Asia.
Nel corso degli anni, Efeso crebbe d’importanza e vide passare sulle sue terre notevoli personaggi come San Giovanni Evangelista e la Santa Vergine, infatti qui si possono ammirare i resti della prima Basilica a lei dedicata, ma anche la casa in cui Maria trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Ancor prima ospitò il poeta Omero quando scrisse i suoi famosi poemi.
A quel tempo dal suo grandioso Teatro si poteva ammirare il mare che era poco lontano.
La storia di Efeso in Turchia
Efeso fu costruita più e più volte, la prima sul golfo formato dal fiume Kuçuk Menderes, anticamente detto Kaistros. Un luogo molto fertile e con un clima mite che quindi era soggetto ad invasioni di altri popoli che volevano appropriarsene. Inoltre si trovava in un punto di congiunzione tra Oriente ed Occidente e crocevia tra Milteo e la Ionia. E furono proprio gli Ioni a conquistare la città nel XI secolo avanti Cristo. A loro si deve la realizzazione di Templi in onore della dea Atena e del Dio Apollo.
Il periodo successivo si susseguirono dominazioni da parte della città di Atene e di Sparta fino a giungere all’epoca romana. In questo periodo la città si era già spostata di circa due chilometri, sulla collina di Ayasuluk nei pressi dell’attuale Selçuk, poichè l’area originale era diventata paludosa e conseguentemente insalubre. Successivamente ripetute incursioni e saccheggi degli Arabi fra il VII e l’VIII secolo d.C. ne decretarono il definitivo abbandono. Ed arriviamo quindi ai giorni nostri quando nel 1869 si intraprendono scavi archeologici che riportano alla luce l’antica città, che dal 2015 diviene Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
L’antica città di Efeso è oggi un vero e proprio museo a cielo aperto. Gli scavi sono tutt’ora in atto perciò continui tesori vengono riportati alla luce negli anni. Tra questi ci sono il Grande Teatro, il piccolo Tempio di Adriano e la meravigliosa Biblioteca di Celso, oltre a resti di abitazioni ed i famosi bagni pubblici, oltre alla Basilica di San Giovanni e la casa della Vergine Maria a pochi chilometri dal centro città.
Grande Teatro di Efeso in Turchia
Il Grande Teatro di Efeso si appoggia sul pendio occidentale del colle Panayir e si trova all’inizio della via del Porto, il viale costellato da colonne che giungeva fino al mare, mentre la parte alta comunica con la Via delle Terme che si congiunge a Via dei Cureti.
Capace di ospitare fino a 25000 spettatori, questo teatro era alto ben tre piani ed ornato da colonne e statue, nicchie e bassorilievi; il secondo piano venne fatto costruire dall’Imperatore Nerone, mentre il terzo da Settimio Severo.
La parte anteriore ed i due lati sono protetti da alte mura.
Questa immensa opera d’arte, che è oggi l’edificio tra i meglio conservati della città, non è importante solo dal punto di vista artistico, ma anche religioso. Ad Efeso il culto pagano e cristiano si scontrarono portando controversia ed il dilemma tra il scegliere la Dea Artemide e Gesù.
Da questo scaturì anche la carcerazione di San Paolo, in quella che oggi si chiama la “Prigione di San Paolo” e il conseguente esilio.
Tempio di Artemide ad Efeso in Turchia
A proposito della Dea Artemide, tanto cara ad Efeso nel periodo precristiano,non si può non menzionare il Tempio a lei dedicato.
Il Tempio di Artemide ad Efeso era una delle sette meraviglie del mondo antico, distrutto completamente nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli.
Oggi si può vedere un’unica colonna delle 127 originarie, ricostruita negli anni successivi.
Il Tempio era grande quattro volte il Partenone, ricco di sculture e pitture, completamente costruito in marmo bianco e rilucente d’oro, al suo interno una gigantesca statua di Artemide in legno.
Il culto della Dea Artemide nasce ancor prima della dominazione greca, anche se la Dea a cui gli Efesini erano votati non portava nome. Ed è proprio per questo motivi che quando i Greci conquistarono la città associarono con la Dea della caccia e dell’abbondanza la Divinità venerata in città.
Il piccolo tempio di Adriano e la Biblioteca di Celso a Efeso in Turchia
Uno dei monumenti più belli si trova poi lungo la via dei Cureti e si tratta del Tempio di Adriano.
Fu costruito in onore dell’imperatore nel 138, ma in parte venne distrutto da un terremoto successivamente. Di fronte al Tempio ci sono le case dei ricchi mercanti di Efeso, costruite lungo il pendio della collina.
Costruita per volontà di Caio Giulio, figlio di Caio Celso, Console della Provincia dell’Asia nell’anno 315, la Biblioteca di Celso appare imponente dall’alto del pendio percorso dalla Via dei Cureti.
Si dice che ospitasse circa 12.000 rotoli di papiro e per questo era considerata la terza biblioteca al mondo dopo quelle di Alessandria d’Egitto e di Pergamo.
Ciò che ancora oggi si può ammirare è la facciata con 4 nicchie che accolgono altrettante statue che rappresentano la Virtù, la Sapienza, il Destino a l’Ingegno.
Un doppio muro separa l’esterno dall’interno in modo tale che l’umidità non raggiungesse i rotoli di libri contenuti nella biblioteca.
La Casa della Vergine Maria e la Basilica di San Giovanni a Efeso in Turchia
Secondo alcune testimonianze Maria, la madre di Gesù, visse gli ultimi della sua vita nelle colline a sud di Efeso. Ed è proprio qui che venne rinvenuta un’abitazione sulla base delle descrizioni della veggente tedesca Anna Katharina Emmerick.
Si tratta di una piccola casa immersa nella vegetazione, fuori città, composta da un piano a pianta rettangolare. Al suo interno un focolare al centro. La casa è oggi visitabile e meta di numerosi pellegrini.
Sulla collina di Ayasuluk si trovano anche i resti della Basilica di San Giovanni.
In questo luogo sacro è sepolto l’apostolo Giovanni Evangelista che visse ad Efeso gli ultimi anni della sua vita e dove lui stesso condusse la Vergine Maria dopo aver ricevuto l’incarico da Gesù di prendersene cura poco prima di morire sulla croce. Della Basilica restano oggi solo alcune colonne e mura.
Di Silvia Guelpa