MEDELLIN, LA COLOMBIA CHE NON TI ASPETTI
Medellin è la Milano della Colombia. Una città che sta rinascendo, seppure a fatica, da decenni di tragica e lunga storia criminale. Più che nel resto della Colombia, qui si vedono i “segni” che il fenomeno del narcotraffico ha lasciato in questo angolo di Sudamerica, così bello e tormentato. La guida, che parla perfettamente in italiano, ci racconta che non c’è famiglia che al proprio interno non abbia pianto una vittima.
Che negli anni ’80 e ’90 si usciva di casa senza la certezza di rientrarvi. Anche se si era una persona normale con una vita normale, perché la criminalità pervadeva la finanza, la politica, il sistema e infine le strade. Era stile di vita. Le sparatorie erano all’ordine del giorno e i narcotrafficanti controllavano ogni cosa. Oggi la città, seconda per numero di abitanti dopo Bogotà, è piena di turisti, che possono passeggiare indisturbati sia nel “centro” che nelle periferie, visitare i bellissimi parchi, i musei, le zone dello shopping.
A Medellin il memoriale delle vittime di Pablo Escobar e dei cartelli della droga
“Siamo ciò che lasciamo agli altri”. E’ scritto in una delle stele del parco commemorativo di Medellin dedicato alle 46.000 vittime del narcotraffico. In quest’area, diventata museo a cielo aperto, un tempo sorgeva il quartier generale di Pablo Escobar, che tra gli anni ’80 e ’90, fino al 2000, seminò terrore e morte. Dopo la morte di Escobar e dopo la lunga e sanguinosa guerra che ne derivò per il controllo del traffico di cocaina, passato da Medellin a Cali, il comune decise di radere al suolo gli edifici e costruire il memoriale. Un luogo che tocca l’anima. Ogni stele ricorda attentati e morti, ogni buco nel marmo una vittima innocente.
La città rinasce da queste ceneri, come l’Araba Fenice. Con progetti culturali, sociali e architettonici che stupiscono e commuovono. Ogni stele riporta una frase toccante di personaggi famosi o anonimi che hanno voluto testimoniare il buio di un’epoca e la tragicità del fenomeno del narcotraffico. Che non è certo debellato, ma che non pervade più la vita dei colombiani. Morte e resurrezione della Colombia passano da Medellin.
El Poblado, la Zona Rosa, i parchi, le piste ciclabili e la metropolitana
Nel Poblado fu fondata la città di Medellin nel 1616. In questo quartiere chic e di tendenza si trovano i migliori hotel, ristoranti e locali della città. Giriamo a piedi e decidiamo di cenare da Andrés Carne de Res, steakhouse tra le più famose, che ha la sua gemella a Bogotà. Atmosfera allegra e caciarona, musica, ottima birra. Empanadas, bistecca al pepe servita con purea di patate e salsa al vino rosso e l’ajiaco, zuppa a base di pollo con riso, avocado, banana, capperi e panna. Il modo giusto per iniziare a conoscere sapori e suoni della Colombia.
Il giorno dopo, partenza per la visita della Zona Rosa, area in parte pedonale. Qui si trovano ristoranti, negozi e caffetterie, dove gustare caffè tinto e la chaqueta, caffè fatto con acqua di canna da zucchero. Imbevibile per noi, ma inevitabile se si vuole entrare nel mood colombiano. Per gli amanti della salsa, imperdibile il bar Erre, nella calle 9, ottimo cibo e musica.
La Medellin di Botero, dei parchi e dei murales
L’intera giornata successiva è dedicata ai luoghi più significativi di Medellin. La Cattedrale metropolitana, la più grande del mondo realizzata in mattoni, i parchi El Poblado e Los Pies Descalsos, il famoso Parco Botero. Qui troneggiano le 23 sculture di Botero, amato artista che più di chiunque altro rappresenta la cultura colombiana nel mondo. Icona dell’arte contemporanea che ancora oggi suscita grandi amori e grandi critiche. Le sue figure e il suo stile, riconoscibile tra mille, sono un regalo alla sua amata Colombia, il marchio di fabbrica di un Paese decisamente dilatato, esagerato e sproporzionato. Proprio come le sue sculture e i suoi dipinti. Gironzoliamo in città, con calma.
Il tempo di una sosta per un caffè e a due passi ammiriamo la Chiesa della Veracruz, tra le più antiche e popolari della Colombia (1770), con la sua bella facciata in pietra e l’interno in bianco e oro. Nel Parque Bolivar, l’immancabile e imponente statua dedicata al grande eroe dell’indipendenza latino americana Simon Bolivar. Nella targa non mancano i nomi degli amministratori che nel 2019 l’hanno commissionata: Maria Paulina Lezcano, Ricardo Léon Pérez e Manuel Moreno Zapata. Firme decisamente inutili, ma qui è importante che ciascuno si attribuisca una parte della rinascita.
L’hotel Nutibara simbolo degli antichi fasti di Medellin
Altra tappa, il Museo di Antioquia, che custodisce opere di Botero, dipinti di Picasso, un impattante murale trittico di Pedro Nel Gomez e preziosi pezzi di arte contemporanea. Tra enormi murales e strade gremite di gente, si continua per il centro fino Parco Berrio e quello di San Antonio, dove sono collocate altre 4 sculture donate alla città da Botero. La più famosa è “El Pajaro”. Qui dentro fu posizionata la bomba che nel 1995 provocò 28 vittime, al cui fianco è stata posta la copia. L’attentato, attribuito ai narcos, fu una tale tragedia che il governo offrì 500 milioni di pesos a chi avesse fornito informazioni utili.
Vale una sosta il Nutibara, nel Parco Berrio, hotel storico ultimato nel 1945, che per 30 anni ospitò i più importanti politici, viaggiatori e personaggi dello spettacolo. L’hotel fu disegnato dall’architetto americano delle star hollywoodiane Paul Williams. Lo stesso che firmò il Beverly Hills, mitico hotel che appare sulla copertina dell’album “Hotel California” di The Eagles. Una struttura che ha conosciuto la grandezza, il precipizio e ora la rinascita. Un pezzo imperdibile di costume e storia, il simbolo stesso della Colombia.
Metropolitana e funivia, collante sociale
La modernità di Medellin si vede chiaramente dalla metropolitana di superficie, unica in Colombia. Con 2 linee e 27 stazioni collega tutta la città, da nord a sud e da est a ovest. Prendiamo la linea B alla stazione Suramericana e arrivati al capolinea San Javier, proseguiamo sulla moderna metrocable. Funivia che dal 2004 collega da diversi punti la città ai barrios abbarbicati sui crinali della cordigliera intorno a Medellin. Quartieri poveri, ma dignitosi, che grazie alla funivia distano pochi minuti dalla città. Passiamo sopra il barrio Juan, Vallejuelos, fino ad arrivare a La Aurora.
Una fitta rete di case basse con tetti in lamiera e strade sterrate, testimonianza delle forti disparità socio-economiche di questo Paese e di tutto il sud America. Più che sviluppo viario, si tratta di un progetto sociale di avvicinamento e inclusione, fortemente voluto dal sindaco-professore Sergio Fajardo. Lo stesso che ha creato il sistema di 27 librerie pubbliche interconnesse tra loro, che di notte si illuminano, a significare che la cultura è luce. Intorno, sopra e sotto i poveri barrios, interi quartieri nuovi, edifici lussuosi, grattacieli che svettano nel cielo a testimoniare che nulla è immutabile. Dall’alto del metrocable la vista su Medellin è spettacolare.
Medellin e l’architettura paisa
Nel Cerro Nutibara, con ingresso dalla Calle 32, si arriva al Pueblito Paisa, simpatica ricostruzione dell’architettura paisa che caratterizza la Colombia. Uno stile che si sviluppò nell’epoca coloniale del 1500 e fino al 1900. Al centro del villaggio, la chiesa, il parco principale e la piazza, dalla quale si dipanano le strette vie sulle quali si affacciano finestre alte ornate di piastrelle di argilla pressata e bellissimi balconi in legno stracolmi di piante. Intorno, palazzi rifiniti con vernici dai colori sgargianti: verde, rosso, arancio, giallo, azzurro, viola. All’interno delle abitazioni, dove vivevano più famiglie, corridoi indipendenti e camere disposte intorno al cortile, a significare un paese nel paese.
Se il tempo a vostra disposizione è tanto, potete fare questa escursione, che dura al massimo un’ora, incluso shopping e vista dal mirador. Se avete poco tempo, lasciate perdere. Perché per vedere l’autentica e ben conservata architettura paisa sarà più che sufficiente la visita di Salento e Filandia, nella zona cafetera, giusto a due passi dalla Riserva Naturale del Cocora. Tre tappe, quelle sì, imperdibili.
testo e foto di Sabrina Talarico
INFO:
Tour operator: Sdt SafarisTravel
Compagnia aerea: Avianca
Dormire in finca (fattorie): Finca Los Girasoles
Dove dormire a Medellin: Hotel Poblado Plaza
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