TURCHESE, MARRONE, BLU: UZBEKISTAN DEI COLORI
Viaggio in Uzbekistan, sulla rotta dell’antica Via della Seta
di Sabrina Talarico
I colori dell’Uzbekistan: il turchese di Kivha, il marrone di Bukhara, il blu di Samarcanda.
Nella memoria restano i colori, gli intarsi dei legni di gelso e olmo, le forme dei minareti, le maioliche delle moschee, i grandi e curati giardini, i tapachan coperti di tappeti, i tre deserti, le memorie di una civiltà che è stata crocevia delle grandi culture occidentale e orientale.
Ciascuna delle tre principali e irrinunciabili città da visitare (Kivha, Bukhara e Samarcanda) conduce per mano in un mondo antico, che ha disegnato la storia dell’Uzbekistan https://it.wikipedia.org/wiki/Uzbekistan. Un Paese oggi sospeso tra l’antichità di monumenti e siti storici e la modernità di un popolo che insegue sviluppo economico e sociale. In Uzbekistan, situato nel cuore dell’Asia centrale e della Via della Seta, nella culla formata dai fiumi Amu-Darya e Syr-Darya che sfociano nel lago d’Aral, si trovano alcune tra le città più antiche del mondo.
Khiva, museo a cielo aperto
Khiva, un tempo sosta delle carovane e delle tribù nomadi uzbeke, capitale della Repubblica Popolare di Corasmia e poi parte integrante della Repubblica Socialista Sovietica dell’Uzbekistan, oggi è Patrimonio Mondiale Unesco. Oltrepassare le mura sapientemente ricostruite e lunghe 6 km., significa entrare in uno tra i più antichi e intatti centri delle Vie della Seta. Un museo a cielo aperto, con la città vecchia (Ichon-Qala) sviluppata in un dedalo di viuzze sterrate che si insinuano tra imponenti costruzioni e basse case di fango. Nella città dei minareti, su tutti spicca l’incompiuto Kalta Minor, ricoperto di smalto turchese e maioliche, ben conservato e riconoscibile per la sua forma mozzata. Poi il minareto Islam Khodja, che con la sua altezza di 56 metri sovrasta la città e ne rappresenta il punto di osservazione più completo. Infine le 218 monumentali colonne di legno della moschea di Djuma, con le basi intagliate con scritte cufiche. Con le sue 9 moschee, 5 minareti, 8 monumenti storici e 24 madrasse, Khiva è una città suggestiva che lascia il segno nel cuore.
Video Il Viaggiatore Magazine – Piazza Registan – Samarcanda, Uzbekistan
Lungo il deserto, fino a Bukhara
Lungo l’estenuante ma imprescindibile strada (8 ore di pullman) che collega Khiva a Bukhara attraverso il deserto di sterpaglie di Kyzyl Kum confinante con il Turkmenistan, ascoltiamo affascinanti narrazioni sulla storia dell’Uzbekistan. La Persia, Alessandro Magno, le tribù nomadi dei mongoli, Pegaso e altri cavalli alati, l’impero dei Temuridi, il potere del condottiero Tamerlano e la crudeltà del sovrano Gengis Khan. Sulla strada la sosta è in un chaykhana, bar tipico dove vengono serviti shahlyk (spiedini di carne), samsa (fagottini di pasta ripieni di carne), nan fresco (pane) e l’immancabile riso. Quando si arriva Bukhara, città “nobile” dell’Uzbekistan che conquistò con la sua bellezza Marco Polo, i colori virano dal nocciola al marrone e ci si rende conto di come la tutela dell’Unesco abbia consentito la preservazione e la ricostruzione di alcuni tra i più significativi 140 monumenti presenti nell’area.
Tra questi, l’Ark e le sue possenti mura, l’edificio religioso di Po-i-Kalyan con tanto di moschea, minareto e madrasa, il Mausoleo dei Samanidi e Gijduvaniy, la Moschea Magok-i-Attari ex tempio zoroastriano, il complesso commemorativo dove sono sepolti numerosi teologi musulmani. Altra tappa importante è la moschea Bolo-Hauz https://it.wikipedia.org/wiki/Moschea_Bolo_Hauz con l’ampio ingresso ornato da 20 altissime colonne in legno di noce e pioppo, i soffitti mirabilmente dipinti, le stalattiti in gesso policromo del mikhrab. Da non perdere, infine, le cupole “toq” dove si sviluppa il commercio, con la vendita di sete, tappeti e ogni genere di oggetto.
La magia dei colori di Piazza Registan
Da Bukhara a Samarcanda la strada è più breve, ma anche se si dovessero affrontare infinte ore di pullman, la città vale il viaggio. Se si ha la fortuna di arrivare a Samarcanda al tramonto e approdare nella Piazza Registan, lo spettacolo è indimenticabile. Della città definita Perla d’Oriente, una delle più antiche del mondo ora Patrimonio Mondiale Unesco, questa piazza costituisce il cuore, il crocevia mondiale di culture, la dimostrazione della grandezza che nei secoli questo Paese ha conosciuto anche grazie al temuto condottiero Amir Timur (Tamerlano). Colui che nel Medioevo creò l’enorme impero che si estendeva dal Volga al Gange, dal Tien Shan al Bosforo. L’enorme piazza al tramonto si tinge di mille luci, che si riflettono sui mosaici smaltati delle tre maestose madrase che l’avvolgono. Blu, azzurro, verde, arancione. Gli splendidi colori degli edifici, i portali finemente decorati, le volte celesti e le pitture dorate si infiammano e mutano al passare dei minuti, raggiungendo suggestivi cromatismi. All’interno delle madrase, un tempo anche moschee, raffigurazioni di leoni alati che rappresentano il potere, citazioni del Corano, eleganti lastre di marmo.
Oltre Registan Square, sono molte le cose da vedere: il mausoleo di Rukhabad con la cupola che conserva sette capelli del Profeta Maometto, l’Osservatorio di Ulugbek da dove gli scienziati, nel 1400, individuarono con un potente sestante 1018 stelle. Poi il Mausoleo di Khoja Daniyar che contiene le spoglie del Profeta Daniele, la splendida Necropoli delle Donne Shah-i-Zinda, il Mausoleo di Tamerlano del XIV secolo. Interessanti anche il villaggio Konighil, dove si può assistere alla lavorazione della famosa carta di Samarcanda, la Moschea Bibi-Khanim, che nel XV secolo fu la più grande moschea dell’Asia Centrale, in grado di contenere fino a 13.000 fedeli. Molti di questi luoghi sono visitabili a piedi, essendo poco distanti dalla piazza.
Samarcanda, così come tutte le principali città dell’Uzbekistan, è anche il luogo ideale per lo shopping. Nel bazar siyab, situato tra la moschea Bibi Khanum e il complesso Shakhi Zinda, si possono trovare tutti i colori dei prodotti e delle spezie. Negli altri bazar splendide sete, tappeti, oggetti artigianali, abiti, velluti e cappelli uzbeki. Anche le soste “golose” non deludono. Nei tanti bar e ristoranti si possono gustare i piatti tipici, tra cui l’immancabile plov, il piatto “dell’amore” tradizionalmente servito ai matrimoni a base di riso lungo, carote, cipolle e carne di montone cotti nel tipico kazan (calderone) in grasso di pecora e olio.
Le spezie del Chorsu Bazar, nella capitale uzbeka
Il viaggio finisce a Tashkent, la capitale uzbeka ai confini con il Kazakistan, dove la tappa imperdibile è il Chorsu Bazar, enorme edificio a cupola con i suoi mille colori, sapori e oggetti da vedere e comprare ad ottimi prezzi. Vale una visita anche la metropolitana, la settimana costruita dai russi nell’Unione Sovietica. Le stazioni, dove vige il divieto assoluto di fotografare, assomigliano a quelle della metropolitana di Mosca, con minor sfarzo ma uguale eleganza. Inaugurata nel 1977, oggi rappresenta (insieme all’Uzbekistan Hotel in Musakhanov Street, da non perdere assolutamente http://www.hoteluzbekistan.uz ,intatto esempio di architettura sovietica.
testo di Sabrina Talarico
Info: www.uzbekistan-holidays.com – fatima@uzbekistan-holidays.com
Pernottamenti: Khiva: Qibla Toza Bog Boutique – https://www.airbnb.it/rooms/20204622
Bukhara: Shirin Plaza Boutique Hotel – http://www.shirinplaza.com/
Samarcanda: Zilol Bakhat – www.hotelzilolbaxt.uz