I MURALES DI CIBIANA DI CADORE
I MURALES DI CIBIANA DI CADORE
I primi insediamenti abitativi della zona di Cibiana risalgono probabilmente all’epoca del buio medioevo quando le popolazioni delle località venete più facilmente raggiungibili ed appetibili, non più protette dall’Impero Romano, fuggono terrorizzate dalle incessanti incursioni barbariche. Mentre gli antichi fuggivano dai monti, dalle “horrides Dolomites”, nel Medioevo luoghi incantevoli come il Cadore, l’Ampezzano e la Val Zoldana divennero invece rifugio di comunità autosufficienti e democratiche.
In quell’epoca la gente dovette affinare grandi capacità di ambientazione fino a trovare un equilibrato rapporto tra uomo e ambiente.
Spesso però la sfida uomo-natura vedeva vincere quest’ultima. E iniziò dunque così la triste migrazione a valle e nei paesi oltralpe, alla ricerca della sopravvivenza. Si lavorava il bosco per il legname da costruzione, la legna da ardere e la produzione di carbone. Fu attorno al 1300 che ci si accorse delle risorse minerarie concentrate soprattutto in Val Inferna e di Ronzei, e nelle vicine valli di Zoldo.
Cibiana e la lavorazione di chiodi
Questo portò ad una piccola rivoluzione nel secolare stile di vita. Sorsero tutta una serie di lavori funzionali all’estrazione, fusione e lavorazione del ferro. I valligiani Zoldani si specializzarono nella fabbricazione di chiavi e serrature, i Cibianesi nella produzione di chiodi, attività continuata fino ai nostri giorni in una moderna fabbrica.
Infine, per tutto l’800 ed anche ‘900, la perdita di importanza delle attività minerarie ed il cambiamento storico-sociale portò i Cibianesi, come pure gran parte della popolazione Cadorina, ad esperienze di emigrazione verso tutto il mondo.
Più tardi la montagna divenne di moda fra le emergenti classi altoborghesi dell’Europa. La fama delle proprietà terapeutiche del clima alpino, il dilagante amore per il paesaggio montano, la spinta romantica a un vagheggiato ritorno alla natura crearono il mito tutto moderno del Cadore.
Paesi come Cortina divennero luoghi privilegiati e ne trassero enorme beneficio.
Grappoli di case lungo il pendio
Ed arrivò il “turismo” quello dei vacanzieri, che portò all’appropriazione territoriale delle Dolomiti ad opera delle masse della nuova società opulenta, trasformando questi monti nel grande parco dei divertimenti delle aree metropolitane circostanti. Situata tra due valli, Cibiana di Cadore aspetta ancora che la profezia degli antichi saggi si avveri: “Un giorno l’uomo tornerà felice alla sua terra, lasciando da parte i miti che lo hanno portato via nell’illusoria rincorsa della felicità”.
Vista dall’alto del monte Rite che domina la Valzoldana, il Cadore e l’Ampezzano, Cibiana si presenta con grappoli di case assiepate lungo il pendio e a ridosso del fiume Boite, in una continuità e compattezza che dimostra il forte legame che unisce i montanari, quasi ad esorcizzare le migrazioni che da sempre hanno segnato le loro vite, abituandoli a partire e lasciare dignitosamente questa terra tanto amata quanto ingrata.
I caratteristici murales
Protetta dalle sue vette e lontano dal turismo più commerciale e mondano, si respira ancora l’aria di un posto vero, di gente semplice, dove la passione per la vita di montagna non è tramontata. I murales di Cibiana, grande caratteristica di questi luoghi, sono frutto della volontà di numerosi e volenterosi artisti che, con grande impegno e professionalità, hanno dato un’interpretazione fortemente intimistica dell’ambiente circostante.
Un ambiente fatto di misteri, tradizioni e sensazioni riportate alla luce dai loro occhi e dalle loro sapienti mani. A partire dal 1980 sono stati affrescati oltre 50 murales.
Tante passeggiate sui monti circostanti
Sono preziose opere di artisti molto noti, inizialmente dell’area veneta, successivamente anche di pittori di fama mondiale. Le opere sono inserite con cura nell’architettura rustica dell’antico paese e raccontano la storia delle case dove sono stati dipinti: la casa del fabbro, del casaro, del mugnaio, del carbonaio.
Tra arte e natura, meravigliosi i paesaggi di Cibiana, il monte Rite con il Messner Mountain Museum Dolomites (conosciuto come il Museo nelle Nuvole), la Val Inferna dove si trovavano le antiche miniere di ferro, le tante e bellissime passeggiate tra il gruppo del Bosconero, il Sassolungo di Cibiana, il monte Rite e il monte Pelmo.
Murales: l’anima di queste genti
Agli amanti del tempo libero, sono riservate invidiabili passeggiate: dalle vecchie miniere di Vallinferna, Ronzei e Ciarsies, che danno l’idea di quella che fu la via del ferro a Cibiana, all’alta via n. 3 delle Dolomiti che spazia dal Rite al Sassolungo, alle Tovanelle, per Copada verso il Bosco Negro e Forcella Bella, fino al rifugio Ciampestrin.
Buone sono le attività ricettive legate al turismo, estivo ed invernale. Cibiana e la sua gente ha conservato, con amore ed orgoglio, parte delle lavorazioni (private) artigianali di un tempo: dai ben noti “Scarpete” (pantofole di corda e velluto, confezionate interamente da mani esperte femminili), ai “Zestoi” (gerle in legno dai molteplici usi), alla oggettistica multicolore fatta con materiale tipico di montagna, alle bambole di stoffa e paglia, alle trapunte e scialli in lana, alle fini decorazioni in legno.
Il ricordo si fissa su questi muri dipinti che ci guardano e diventano configurazione dell’animo delle genti di questa terra.
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